Corigliano-Rossano: Gallina “E la 106 Bis sta a guardare!“ |
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Quanta improvvisazione e provincialismo ancora persiste nel DNA della classi dirigenti Calabresi particolarmente in quella politica ma anche quella colta |
mercoledì 20 maggio 2020 10:15 |
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Quanta improvvisazione e provincialismo ancora persiste nel DNA della classi dirigenti Calabresi particolarmente in quella politica ma anche quella colta non ne è esente e la domanda nasce spontanea: ma ci sono o ci fanno? Parlo della bretella autostradale di collegamento definito maxilotto la cui partenza pare sia prossima, e come nei migliori film di Villaggio ieri tra bandierine, spot pubblicitari, manifesti si è tenuta la cerimonia della posa della prima petra... Cantoniera direi in questo caso! Assenti, naturalmente, la componente sociale di coloro che hanno perso la battaglia e che si sono stracciati le vesti per l’ambiente ulteriormente violentato quando in effetti questo poteva essere salvaguardato ottenendo lo stesso fine senza intervenire con un progetto ex novo come se non esistesse già alcuna struttura viaria, operazione quantomeno singolare per una terra come la Calabria che sventola bandiere blu ragionando di salvaguardia ambientale e predica di aspirare a consumare zero territorio! Lascia l’amaro in bocca per esempio la posizione perfettamente allineata al sistema del Sindaco Stasi che non fa un minimo cenno alla critica ambientale che da molte parti anche di differenti vedute politiche si sono sollevate! Esprimendo la sua soddisfazione per la struttura foriera di occupazione nella logica della peggiore DC! Ma tant’è e ora becchiamoci un bel raddoppio stradale! Tra l’altro sostantivo aggettivato al quale siamo già abituati dagli anni ’70 in cui proprio la 106 delle Bruscate fu denominata la 106 bis! Ma qui l’equivoco è eclatante al punto da rischiare la farsa se non addirittura le comiche finali! Assistiamo alla Santificazione del Megalotto che sembra il nome di un nuovo Totem portatore di lavoro e sviluppo per la Calabria, lavoro e sviluppo che la politica e le comunità locali aspettano da sempre, pare proprio che il Megalotto sarà la panacea, la strada maestra della rivalsa socio-culturale per questa terra abbandonata, e giù sviolinate inchini, primogeniture e messe in primo in primo piano per rivendicare il ruolo di Salvatore della patria! Non so se mi fanno più tenerezza o rabbia! Possibile che non si voglia vedere che questa opera, impegnativa per il forte segno che traccia sul territorio ma anche per il quantum di investimenti economici che muove, seppure porta con sé l’utilizzo di mano d’opera locale dequalificata che indurrà la possibilità di smuovere una qualche economia locale, seppure marginale, implica che tutti i veri giochi si svolgeranno attraverso le imprese che si accaparreranno i subappalti che la legge dei lavori pubblici nazionale non ha mai voluto, chissà perché, mai eliminare!
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Mario Gallina
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