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A quarantadue anni dall’assassinio di Aldo Moro
Occorre ancora completare il processo di democratizzazione del Paese
 sabato 9 maggio 2020 15:00
A quarantadue anni dall’assassinio di Aldo Moro Sono passati quarantadue anni dall’assassinio di Aldo Moro e, a parte i piccoli pezzetti di presunte verità che, periodicamente, vengono aggiunti a quanto già si conosce, il porto delle nebbie che fa del nostro, un Paese impenetrabile, non si è mai diradato. Nonostante sia passato, ormai, quasi mezzo secolo, e i soggetti coinvolti in questa vicenda siano tanti, nessun cedimento, nessun pentimento, nessuna verità è mai venuta fuori, per fare definitivamente luce su una vicenda che costituisce un’onta, e che continua a inibire lo sviluppo democratico del nostro Paese. Il muro di omertà e di complicità che ha sempre circondato la vicenda non ha mai dimostrato crepe, e ciò significa che i mandanti appartengono a gerarchie di potere molto alte, che continuano ancora oggi, indisturbate, a curare i loro interessi e, magari, ad ordire nefandezze ai danni del nostro e di altri paesi.
A distanza di così tanto tempo, di quella brutta vicenda, una cosa appare ormai abbastanza chiara e, cioè, che con l’assassinio di Moro si è voluto impedire la possibilità di far diventare effettiva e matura la democrazia nel nostro Paese. Questo è un punto estremamente interessante su cui bisogna continuare a riflettere perché, evidentemente, la democrazia costituisce un grosso pericolo per chi non ci crede, e per chi intende perseguire altro rispetto al bene della comunità. In effetti, l’idea di Moro di mettere l’uomo al centro di tutto, e di allargare la base di partecipazione democratica ai cittadini costituisce la garanzia stessa della efficacia del sistema democratico. E deve essere stata davvero questa la molla che ha fatto scattare il progetto di eliminazione fisica dello statista.
Nel nostro Paese accadono ancora troppe cose strane, che ci dicono che la democrazia non è al sicuro, e che i cittadini devono vigilare per il suo mantenimento e per la sua crescita. Per questo motivo, continuare a parlare di Moro, a distanza di così tanto tempo, può avere un senso e costituire un modo per mantenere viva la fiaccola della democrazia, e farla apprezzare ai più giovani. Senza vera democrazia non ci può essere crescita e sviluppo per il Paese, e questo, purtroppo, da molto tempo, lo stanno pagando sulla loro pelle i cittadini italiani.
    Salvatore Martino
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