Emergenza Covid-19: Il punto nella Sibaritide del dott. Martino Rizzo |
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Sul fronte coronavirus, sullo ionio tutto tranquillo |
mercoledì 15 aprile 2020 11:17 |
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Chi non fa, non riceve critiche. Ma essere criticati sulla base del nulla e senza alcun contraddittorio, ai miei collaboratori non è proprio piaciuto. Se qualcosa c’è da contestare sulla gestione dei tamponi la contestazione deve essere fatta a me. L’episodio di cui parlo ha avuto vasta eco sui blog e, lungi da me la volontà di fare polemiche, in un momento come questo, qualche precisazione è necessaria farla. In data 26 marzo giungono in Calabria M.N. e B.D. e vengono messi in quarantena fino all’8 aprile. Contattati, vengono invitati a comunicare eventuali sintomi significativi di Covid-19. Non lo fanno fino al 7 aprile, ripeto fino al giorno prima della conclusione della quarantena, quando si rivolgono all’ufficio di Corigliano chiedendo di eseguire un tampone, sulla base del fatto che un loro compagno di lavoro sarebbe stato trovato positivo al coronavirus. Il giorno successivo ( ultimo giorno di quarantena) i due vengono messi in lista, che viene stilata secondo priorità stabilite dalle circolari ministeriali. Il 9 aprile vengo personalmente raggiunto da una telefonata di una congiunta di B.D. che mi segnala la presenza di pregressa febbre, senza altri sintomi particolari. Decido di disporre comunque, cautelativamente, l’esecuzione del tampone. Visto il contatto con M.N., decido di inserire anche lui, e ciò a prescindere da quanto falsamente riferito telefonicamente. Conclusione: pur se asintomatico viene trovato positivo. Scandalo. E se fosse uscito? Se non fosse stato coscenzioso e corretto? A prescindere dal fatto che l’asintomatico, secondo quanto ci dice la comunità scientifica, non contagia se usa i comuni mezzi di distanziamento, mi sono fatto alcune domande. Come mai non hanno segnalato la comparsa di sintomi, che invece ci sono stati nei primi giorni di aprile, come ammesso da B.D.? E le giuste precauzioni, adottate per rientrare a casa, sono state dettate dal principio di precauzione o dal dubbio di essere malati e poter trasmettere il virus ai propri congiunti? Come mai non hanno riferito che il loro rientro è avvenuto con un volo charter organizzato per i membri dell’equipaggio di una nave bloccata in Brasile, che secondo alcune testate giornalistiche, avevano la presenza di membri dell’equipaggio febbricitanti? Ogni risposta, oggi, è inutile. Confermo che i casi di rientro sono quelli che stanno creando più problemi.E che in molti casi la reticenza dei soggetti coinvolti sta creando grossi problemi. Sul fronte coronavirus, sullo ionio tutto tranquillo. Solite voci, non ancora confermate. Nessun nuovo caso, molte guarigioni attese. Domani riprende la caccia al positivo, con qualche preoccupazione in più per i trasferimenti da Torano, avvenuti nei giorni precedenti la scoperta del recente focolaio. Concludo affermando che la verità non è mai una sola.
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COMUNICATO STAMPA
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