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Corigliano-Rossano: Civico e Popolare e l’emergenza coronavirus
“Noi costretti all’isolamento ma vicini gli uni agli altri“
 lunedì 16 marzo 2020 19:01
Corigliano-Rossano: Civico e Popolare e l’emergenza coronavirus Tutti noi di Civico e Popolare, abbiamo inteso fare arrivare la nostra vicinanza ad ogni singolo cittadino in questo momento così delicato per tutti noi. Rivolgiamo un pensiero speciale a tutti i bambini che, di colpo, si sono visti privati di tutto ciò che rappresentava, fino a qualche giorno fa, il loro mondo. Fate in modo che questo triste capitolo della nostra storia sia per loro un’occasione da cui trarre insegnamento: quello di non dare per scontato mai nulla, neanche noi stessi; quello che si può vivere eliminando tante cose dalle nostre vite, ma non si può vivere senza gli altri. Investite questo tempo libero, che poi è quello che pochi giorni fa sognavamo tutti, per godervi i loro sorrisi, per crescere con le loro domande, per stupirvi della loro pragmaticità nel reinventare il tempo; raccontategli di voi, dei giochi che facevate da bambini, oppure dite loro che, in questi giorni in cui non si può uscire da casa, possono lo stesso viaggiare e scoprire posti lontani e che possiamo fare questa magia leggendo un bel libro e… perché no… leggetelo con loro!
Il COVID-19 è entrato prepotentemente nelle nostre vite privandoci della nostra quotidianità, negandoci la possibilità di compiere quei gesti semplici che ripetiamo, a volte troppo meccanicamente e di cui oggi sentiamo la mancanza e ne avvertiamo il forte bisogno. All’improvviso ci siamo ritrovati a guardare dalle nostre finestre panorami desolanti, fatti di strade semi deserte, di saracinesche abbassate e con esse i sacrifici di una vita, unitamente alle speranze per una migliore. E seppur “tutto andrà bene” è diventato il nostro mantra quotidiano, è avvilente la consapevolezza che questo virus si sia diffuso con tanta rapidità e tanta virulenza, complice anche la nostra imprudenza e il nostro atteggiamento superficiale e che stia mettendo a dura prova, non soltanto il sistema sanitario ma ogni settore, minando l’economia dell’intero paese.
Facendo un breve cronistoria: mentre in Cina si costruivano ospedali all’avanguardia e si dimettevano i primi pazienti – in Europa si diffondeva una grande psicosi che, anziché creare una mobilitazione di massa per scongiurare una diffusione esponenziale del virus, ha generato una “caccia all’untore” che, di fatto, ha messo al bando l’Italia e gli Italiani e, nella stessa Italia, ha contribuito ad allargare l’atavica crepa tra un Nord che piangeva i suoi primi morti e un Sud che preferiva andare dietro alle chiacchiere del “barbiero di Bellano”, per usare (e non a caso) Alessandro Manzoni. E intanto si avviava un vero e proprio esodo che svuotava le città del Nord, epicentro dell’epidemia, in favore di quelle di origine, al meridione. Fenomeno che non ha risparmiato neanche la nostra città, tanto che – già il 24 febbraio – noi di Civico e Popolare ci rivolgemmo al Sindaco Stasi, con una breve nota stampa con cui, manifestando tutta la nostra preoccupazione, cercavamo di capire come pensava di intervenire e con quali atti programmatici per tutelare la nostra città da una eventuale diffusione del virus e, come sempre mettendoci a disposizione, gli suggerimmo – sempre in quella stessa nota – di attivarsi per controllare questi flussi in entrata; gli chiedemmo, cioè, quello che, a distanza di quasi un mese, ha attuato con l’ordinanza di due giorni fa.
E nell’attesa di recepire la minaccia reale di questo subdolo virus, tra un aperitivo e l’altro, tra una rimpatriata e l’altra, i nostri ospedali stanno rischiando il collasso. Ed è proprio per questo che ci sentiamo in dovere di ringraziare dal profondo del cuore tutto il sistema sanitario d’Italia; ma, soprattutto, un sentito e speciale grazie va ai nostri medici e a tutto il personale socio – sanitario che si trova a dover combattere tutti i giorni nelle strutture della nostra città e della nostra regione, in molti casi evanescenti, dove anche avere delle mascherine diventa un lusso e che solo grazie alle loro capacità, alla loro preparazione e a tutto l’Amore per la loro professione, sono riusciti a trasformarli in centri di eccellenza.
Il COVID-19 non fa differenza di genere o razza e non ha confini, tanto che l’Oms lo ha caratterizzato come pandemia e ha imposto, nei giorni scorsi, a tutti gli stati di adottare misure restrittive secondo il modello italiano e cinese. Dopo due settimane di visite e ispezioni, l’Oms ha, infatti, affermato: “Le vostre misure ci serviranno da lezione per affrontare l’epidemia anche negli altri Paesi”; il che ci riempie di orgoglio!
Già, è una pandemia, sì, ma non diamoci per vinti! L’Oms ci dice che se facciamo la cosa giusta tutti noi possiamo influenzare la traiettoria dell’epidemia e ora la cosa giusta è restare a casa! Perché ognuno di noi non è immune dal contagio e tutti siamo potenziali vettori del virus. Ci rivolgiamo ai nostri anziani, soggetti più esposti al rischio, “Non uscite!”, ma è un messaggio che rivolgiamo a tutti.
È un virus che si può circoscrivere solo limitando le uscite, evitando i contatti limiteremo il rischio di contagio; al contrario rischiamo di ammalarci tutti e di far crollare, ribadiamo, il già sopraffatto sistema sanitario regionale. Non possiamo, a questo punto, non stringerci al dolore delle famiglie che, in queste ore, hanno subito la perdita di un proprio caro, a causa del virus.
Il COVID-19 è una vera e propria guerra che siamo chiamati a combattere con la “distanza sociale”, ma restando uniti nel perseguimento dello scopo; è una guerra che vinceremo se ci avvarremo dell’unica arma possibile: il senso di responsabilità di ognuno.
Come dicevamo, il COVID-19 ci ha costretti all’isolamento, ma mai come ora, ci siamo sentiti vicini gli uni con gli altri; mai come in questi giorni abbiamo compreso quanto valore abbia un abbraccio.
Quando tutto questo sarà finito saremo persone nuove, rigenerate nei valori con una ritrovata forza di combattere per il bene comune e… chissà… con un recuperato senso civico e amore per la patria ed è questo il paradosso!
Pertanto, in questa che è una lotta comune e senza colori politici, come Gruppo Consiliare attendiamo che il Sindaco, come sta avvenendo in altre città, coinvolga tutte le anime del Consiglio nel C.O.C. già attivato, per contribuire al coordinamento delle operazioni.
    COMUNICATO STAMPA
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