“L’Ospedale della Sibaritide di Oliverio e Pacenza: una distesa di fango e le attese dei cittadini” |
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venerdì 13 luglio 2018 17:53 |
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“I lavori sarebbero dovuti terminare entro 120 giorni, in realtà non è stata installata neanche la recinzione per delimitare il cantiere che è oggi una semplice distesa di fango. Intanto l’ingegnere che fungeva da direttore si è dimesso e dell’Ospedale della Sibaritide, nuova struttura annunciata ai quattro venti dal presidente della Giunta regionale, Oliverio, e dal suo delegato alla sanità, Pacenza, non resta che il triste scenario che è oggi documentabile con alcune foto del nulla esistente”.È un duro monito quello che rivolge, in difesa del sacrosanto diritto alla salute dei cittadini del comprensorio jonico cosentino e contro le attuali politiche regionali in materia di sanità, in primis attuate dal presidente Oliverio e dal suo uomo di fiducia Pacenza, quello a firma di Alfonso Falcone, dinamico presidente dell’Associazione socioculturale cittadina “GeneraAzioni” e promotore di iniziative d’indubbio interesse collettivo e di appelli di notevole rilevanza sociale. Si tratta del primo di una serie di interventi a mezzo stampa che, con cadenza puntuale, Falcone affronterà in merito alle problematiche che affliggono la sanità in questo territorio. “Inizio lavori stralcio (recinzione e movimento terra): 29 gennaio 2018. La Giunta regionale pur di dimostrare, dopo quattro anni di legislatura, di aver fatto qualcosa per la realizzazione dei nuovi nosocomi, si è inventata la posa della prima pietra. Durata dei lavori previsti: 120 giorni. L’obiettivo è la realizzazione del nuovo Ospedale della Sibaritide, ma ad oggi nulla è stato fatto, come giustamente evidenziato anche di recente da esponenti dello stesso partito di Oliverio e Pacenza. A distanza di oltre 120 giorni previsti per la realizzazione dei predetti lavori, basta farsi un giro dalle parti di contrada Insiti – dichiara Falcone – per accorgersi che non solo gli stessi non sono stati completati, ma addirittura non sono partiti né quelli di recinzione, né i lavori di movimento terra. Eppure, tutti ricordiamo la grande cerimonia di consegna dei lavori svoltasi a fine gennaio alla presenza, tra gli altri, dei sindaci di Corigliano e Rossano”. “Una desolante distesa di fango, tanta erba e una gru ferma all’inizio del cantiere. Questa la realtà presente oggi in contrada Insiti. Sono trascorsi 4 anni dalla stipula dei contratti di concessione per gli ospedali di Corigliano Rossano e Gioia Tauro, sottoscritti tra la Regione e le imprese aggiudicatrici della gara. In tutto questo lasso di tempo, anche rispetto alle difficoltà giudiziarie della società Tecnis che nel frattempo è stata affidata a un commissario, nulla è stato concretamente fatto per recuperare il tempo perduto ed evitare di ‘regalare’ ai cittadini l’ennesima opera incompiuta. Noi – conclude Falcone – continueremo a denunciare questo assurdo stato di cose e rivendicare con forza il diritto alla salute di tutti i cittadini”.
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COMUNICATO STAMPA
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