Alluvione e dissesto idrogeologico |
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sabato 7 luglio 2018 20:57 |
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“L’alluvione ultima ci impone una ulteriore riflessione, al di là dei cambiamenti climatici, sul dissesto idrogeologico del nostro territorio, in virtù dell’uso che fino ad oggi se ne è fatto. Se abbiamo avuto solo danni materiali per fortuna, non a persone, è solo dovuta alla buona sorte, poteva andare peggio. Pensare al peggio è il motivo che ci impone un cambiamento di rotta sulle politiche e sull’uso del nostro territorio: intervenire sulla prevenzione è meglio che intervenire poi in emergenza, sia in termini di costi economici e sia in termini di costi di vite umane. Da anni, ormai, i punti interessati dalle esondazioni delle acque piovane sono noti, lo erano già nel passato eppure si è continuato in modo inconsciamente ed irresponsabile a costruire negli alvei dei torrenti interessati dalle esondazioni, ad occludere le vie naturali dei corsi dei fiumi, torrenti o qualsivoglia fosso di scolo. Si è continuato nella cattiva e, a volte, inesistente manutenzione e pulitura degli alvei per permettere lo scorrere naturale delle acque. Dire che è colpa della politica e della mala amministrazione vuol dire: tutti sono colpevoli e nessuno è colpevole; è un’equazione che non accettiamo, perché le responsabilità sono personali hanno nomi e cognomi. Così come hanno responsabilità quei cittadini che, incuranti, hanno occupato alvei di fiumi e torrenti per costruire abusivamente palazzi e case. Non possiamo non parlare delle concessioni edilizie o lottizzazioni rilasciate su terreni di letti di torrenti o nelle immediate vicinanze, come il Cannata, il Gennarito o il Leccalardo. Costruttori privi di scrupoli che hanno intubato torrenti e canaloni con tubazioni di gran lunga al di sotto della portata effettiva e, in alcuni casi, addirittura occlusi. Bene ha fatto la Procura di Castrovillari ad aprire un inchiesta su quanto è successo: speriamo che si riescano ad individuare, là dove ci sono, i colpevoli. Passata la fase dell’emergenza bisogna trovare il modo di agire presto, per evitare altre esondazioni nel futuro, con una mappatura ed un costante monitoraggio dei punti critici e, dove è possibile, mettere in campo soluzioni definitive per la risoluzione delle criticità”. Questo è uno stralcio della denuncia pubblica fatta come Partito Democratico, all’indomani di quella tragica alluvione dell’anno 2015. Apprendere oggi, a distanza di tre anni, che la magistratura ha individuato luoghi e persone, ovviamente in rispetto alla così detta presunzione di innocenza, vuol dire ridare fiducia alle Istituzioni. Esprimiamo soddisfazione del corso legale intrapreso, atto a ripristinare un percorso di legalità indispensabile, oggi più di ieri, per il bene della citta unica.
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COMUNICATO STAMPA
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