Ipocrisia e disaccordo di due sindaci confusi |
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mercoledì 17 gennaio 2018 21:25 |
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Con le audizioni davanti alla commissione regionale affari istituzionali e generali, che hanno avuto corso nella giornata di ieri, un altro passo verso l’istituzione della nuova città di Corigliano Rossano è stato fatto. E’ stato lo stesso presidente della commissione Franco Sergio a ribadire che la Regione Calabria e, in particolare, il presidente Mario Oliverio, hanno intenzione di procedere verso l’approvazione del provvedimento entro i tempi stabiliti dalla legge. E’ un altro risultato importante per quanti si sono spesi e si stanno spendendo per il progetto di fusione delle due città, per il quale ci sentiamo di ringraziare chi ha rappresentato le posizioni dei comitati per il SI e, in particolare, Amerigo Minnicelli, Giuseppe Graziano e Alfonso Rago, ma anche Dima e i consiglieri regionali presenti, specie Bevacqua e Gallo e il presidente della commissione Franco Sergio che ha sempre dimostrato equilibrio e competenza, come del resto i membri della commissione stessa. Altri comitati, ad esempio “Fiori d’arancio” e “Insieme si può”, hanno scelto di non richiedere di essere ascoltati dalla commissione per evitare ripetizioni, appesantire i lavori e rischiare di allungare i tempi, magari provocando la convocazione di altre sedute della commissione stessa. Non hanno destato in noi alcuna sorpresa le chiacchiere di chi alla fusione si è sempre opposto e che ora scopre esperienze di altre città che nulla hanno a che vedere con la nostra: né per storia, né per condizioni, né per altro. Costoro, siano essi giuristi di grido, bamboccioni che animano le notti della nostra riviera o professionisti con la testa rivolta all’indietro, continuano ad invocare non questa, ma un’altra fusione, senza che mai si capisca a quale altra fusione si riferiscano. Sono personaggi fuori dal tempo, che non sono stati in grado di intercettare la volontà vera dei cittadini di Corigliano e di Rossano, che non riescono a guardare al di là del loro naso e del loro quotidiano, che si riempiono la bocca di democrazia, di legalità, di partecipazione diretta e che non vogliono o non sanno prendere atto che la volontà popolare li ha sconfitti il 22 ottobre e che la storia li sconfiggerà in futuro relegando le loro posizioni nella discarica delle scelte sbagliate e ininfluenti. Riteniamo, invece, che sia stato sconcertante il comportamento dei rappresentanti istituzionali delle due città: i sindaci Geraci e Mascaro e i presidenti del consiglio Magno e Madeo. I due sindaci hanno presentato un documento congiunto nel quale, com’è già accaduto senza successo in passato, si ricorre ad ogni possibile cavillo, ad ogni possibile iperbole giuridica per allontanare o, addirittura, vanificare l’approvazione della legge regionale che istituisce la città unica. Innanzitutto, si sostiene, la non perentorietà dei termini di legge, aggrovigliandosi in ragionamenti filologici, senza tenere in minimo conto il dato politico ineludibile che consegue dalla volontà delle popolazioni delle due città che in modo inequivocabile hanno indicato il loro volere col voto referendario. Qualcuno si aggrappa inoltre, alla teorica mancanza di una copertura finanziaria che per leggi di questo genere non è richiesta. Inoltre, si dice che in attesa della fusione, le due amministrazioni dovrebbero: redigere uno statuto che, nella sostanza, renda vana in larga parte la fusione, assegnando ai due municipi compiti e funzioni che proprio con la fusione si vorrebbero invece accentrare in un unico organismo. Lavorare all’adozione del PSA, partecipare ai bandi POR, predisporre un progetto per l’informatizzazione, armonizzare gli strumenti finanziari, approvare i bilanci, fare un piano del fabbisogno del personale tenendo conto dei due municipi previsti dal nuovo statuto, catalogare e omogeneizzare i regolamenti dei due comuni, costituire la centrale unica di committenza, completare l’accatastamento delle proprietà dei due comuni e così via. Insomma, un bel programmino! Soprattutto se si considera che i sindaci che hanno firmato il documento, perché a scriverlo è stato un noto solone cosentino coadiuvato da qualche preoccupata manina locale, non solo nel corso della loro amministrazione non sono stati in grado di tappare quattro buche su una strada, ma allo stato non possono contare neanche su una maggioranza che li sostenga in consiglio comunale. Ridicolo! Se nei mesi scorsi, anziché arrovellarsi il cervello per contrastare il volere dei cittadini, costoro avessero lavorato per la costruzione della nuova città forse qualcuno di questi problemi sarebbe stato quanto meno messo in cantiere. rassegnatevi! Il vostro tempo è scaduto. Un nuovo modo di vedere le cose si è affacciato sul nostro territorio. Non è più tempo di sotterfugi, di cavilli, di strategie tese unicamente e mantenersi la poltrona, fregandosene altamente dei bisogni, delle aspirazioni e delle decisioni dei cittadini. Corigliano Rossano oramai è nelle teste e nei cuori del popolo e ogni azione che farete per impedirne o rallentarne la nascita avrà come unico effetto quello di rendervi più odiosi e di riservarvi un posto di rilievo fra le pagine nere della nuova città e del territorio della Sibaritide.
“Fiori d’arancio Corigliano Rossano”
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COMUNICATO STAMPA
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