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Sanità: Incateniamoci tutti. Ma per fare cosa?
 lunedì 27 novembre 2017 13:55
Sanità: Incateniamoci tutti. Ma per fare cosa? Incateniamoci tutti!!! E’ una richiesta che il Presidente Oliverio lancia a tutti i sindaci calabresi per avere il sostegno nella sua crociata contro il commissario governativo alla sanità. Ed allora convoca tutti i sindaci: belli e brutti, buoni e cattivi, capaci ed incapaci. Convoca quei sindaci che da mesi sono mortificati dalla Regione Calabria, abbandonati e che devono, loro, spiegare ogni giorno ai loro concittadini perché chiudono gli ospedali, le guardie mediche, gli Uffici Postali, perché non hanno i soldi per il trasporto scolastico, perché non ci sono i fondi per i riscaldamenti scolastici e l’assistenza fisica ai disabili, che devono spiegare perché non si paga la mobilità. Sindaci ed amministratori che tornano sempre buoni per le passarelle del Presidente ma che, poi, vengono lasciati alla deriva.
Ed allora convochiamoli per questa guerra santa che va avanti sin dal primo giorno del suo insediamento: uno scontro continuo, non sui problemi della sanità ma sulla gestione della sanità (del potere che da quella gestione deriva). Uno scontro tutto interno al partito di governo ed alla maggioranza di governo e che ha fatto sì che tutti gli indicatori sanitari calabresi crollassero aggravando – incredibilmente – il debito.
Ed i cittadini cosa hanno avuto in cambio? Reparti chiusi, laddove non vi è stata la chiusura d’interi ospedali. Guardie mediche soppresse e depotenziate (mancano persino i farmaci essenziali). Negli ospedali, poi, le file e le prenotazioni tramite il CUP sono sempre infinite. Il personale sanitario, infermieristico e medico, è sottodimensionato. In compenso i manager – lo ha certificato il tavolo Adduci-Urbani – si sono regalati un bonus di oltre 30mila euro a testa per il lavoro svolto mentre il debito sanitario raggiungeva livelli mai visti: in pratica è come se avessimo regalato un premio a Schettino per aver affondato una nave…
Ed i costi di quella nave che affonda li pagheremo noi cittadini con un nuovo aumento dei ticket sanitari in una Regione in cui, ad esempio, ci fanno pagare i test per la celiachia (gratuiti altrove).
Questa è la situazione ed è, secondo il parere del Presidente Oliverio, da addebitare a quel diavolo di Scura. Ed allora, ci sarebbe da chiedersi, perché il suo partito, il suo governo, la sua maggioranza, non provvede subito a sostituirlo? Perché non chiede che sia nominato un commissario capace – ammesso che sia incapace Scura – che ponga rimedio, ad esempio, alla nomina di certi manager? Ah già…i manager, quelli che si sono aumentati da soli, con l’autorizzazione della Regione, lo stipendio sono di nomina regionale…
Ed allora forse dovremmo controllare meglio cosa accade nella sanità calabrese. Magari chiederci chi sia a tagliare i fondi per la sanità? Chi taglia i posti letto nel pubblico e li mantiene nel privato? Chiediamoci, ad esempio, chi è che, almeno 4 volte, ha annunciato l’inizio dei lavori per l’ospedale unico della Sibaritide ed oggi afferma che “la Tecnis non è in grado di garantire l’inizio dei lavori”?
E quel nome, quello che ha mentito ai cittadini calabresi e sibariti, non è quello del commissario alla sanità.
Il problema è che Oliverio combatte e chiede di combattere con lui una guerra che non ha nulla a che fare con la sanità e con i suoi problemi. E’ una disputa tutta incentrata sulla gestione del potere e tutta protesa alla prossima campagna elettorale regionale. Una disputa che non ha portato nulla al cittadino anzi ne ha peggiorato le condizioni d’assistenza. E’ emblematica la vicenda degli ospedali che doveva costruire proprio la Tecnis: si sa da mesi che l’azienda – e qui bisognerebbe anche ragionare sul sistema che ha predisposto la tipologia della gara d’appalto (misto pubblico-privato) e tutta la sua fallacità – non è in grado di compiere i lavori in ragione di una crisi economica le cui cause sono anch’esse complesse e particolari. Lo sa la Regione, lo sa il commissario, lo sa il Presidente, lo sanno i sindacati e lo sanno persino i medici. Nonostante questo, per mesi, si è continuata una spregiudicata pantomima sull’inizio dei lavori utilizzando questo annuncio persino nella campagna referendaria pro-fusione (“sostituiamo la ditta”). Ed oggi, annunciando che la Tecnis non può costruire più il nuovo ospedale, facciamo finta che non ci sia stato questo mare di bugie? Facciamo finta che non si siano persi dieci anni, decine di posti letti, reparti e due ospedali per raccogliere il nulla? Facciamo finta che non ci sia il rischio di barattare il nostro diritto ad avere la nuova struttura con il nuovo ospedale di Cosenza? E non chiariamo, visto che alla gara d’appalto per l’ospedale partecipò anche un’altra ditta, perché semplicemente non possa esserci un subentro? E state certi che il vero problema di Mario Oliverio – che ha sempre gestito tutto in prima persona con fare dittatoriale e personalistico- non è il cambio del commissario: il vero obiettivo è assumere lui la carica di commissario. La chiede a gran voce ed in spregio persino alla legge che vieta al Presidente di una regione a cui viene commissariato un settore d’essere lui stesso nominato commissario. Peraltro erano le tesi, quelle dell’incompatibilità, sostenute proprio dal PD e dal Presidente quanto il commissario era Scopelliti. Ora si pretende d’avere regole diverse?
Ed allora è assolutamente vero che i sindaci, gli amministratori, i cittadini devono alzare la voce per chiedere una sanità diversa. Devono alzare la voce per chiedere che la sanità sia ripulita dalle scorie della politica, che non ci siano più gli scandali delle assunzioni pilotate, delle nomine irregolari e degli stipendi d’oro a manager incapaci. Il problema è che questa battaglia non la può condurre chi è responsabile della situazione. Non la può condurre, per dirne un’altra, chi ha permesso che si facesse morire un’eccellenza calabrese come l’Istituto Campanella.
E’ semplicemente questione di credibilità. Fintanto che la sanità verrà utilizzata come serbatoio elettorale, fintanto ci saranno gli interessi dei vari capibastone politici a muovere i presidenti delle ASP, i direttori sanitari, i presidenti di commissione, le nomine di primari, non avremo mai una buona sanità in Calabria. E, questo è importante, alta è anche la responsabilità dei cittadini che non possono non sapere che tutti i disservizi di cui, giustamente, si lamentano sono figli anche del loro voto.

Alberto Laise Assembea Nazionale Sinistra Italiana
    COMUNICATO STAMPA
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