Fusione, trascinati da idea vuota di contenuti |
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Geraci:mi do torto per posizioni passate |
martedì 17 ottobre 2017 15:01 |
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Fusione, ci siamo lasciati trascinare da un’idea vuota di contenuti, oggi venduta dai mercanti, fuori e dentro il tempio, da soggetti associativi sedicenti, che con la buona politica nulla hanno a che fare, in gran parte estranei alla raccolta del consenso civico di cui non hanno mai goduto. Tutto questo ci ha distratto da cose ben più importanti, prima fra tutte, di rivendicare il godimento delle migliori occasioni poste in essere dal legislatore, delle quali la ZES (Zona Economica Speciale) rappresenta oggi la punta del diamante delle opportunità. Se noi avessimo avuto l’intelligenza politica di pensare ad esse, piuttosto che litigare su una fusione immotivata, avremmo fatto molto di più di quanto prodotto. – NO a fusioni fatte male, bensì aggregazioni motivate all’insegna della obiettività tecnico – politica! Ecco la esigenza di votare NO per rinviare il progetto aggregativo, che veda anche Sibari a lavorare per la rinascita ed essere così puntuali nell’appuntamento con il successo. – Sono, questi, alcuni passaggi della lettera aperta del Sindaco Giuseppe GERACI alla cittadinanza diffusa nella giornata di ieri (lunedì 16 ottobre), per spiegare e ribadire le ragioni del NO alla FUSIONE, in vista dell’appuntamento referendario di DOMENICA 22 OTTOBRE.
LETTERA APERTA SINDACO GERACI – TESTO INTEGRALE
L’appuntamento referendario del 22 ottobre mi impone di rappresentare alla mia cittadinanza alcune idee sulla fusione in atto. Sento il dovere di parteciparvi il mio “testamento” di (quasi) fine mandato. Innanzitutto vi porgo tutte le mie scuse per non aver a suo tempo adempiuto alle necessarie analisi, propedeutiche alla scelta di condividere la fusione. Oggi faccio ciò che mi tocca fare: “darmi torto“. Per aver contribuito alle scelte di ieri senza la certezza dell’esistenza delle precondizioni perché si desse inizio alle danze. Sono in molti a paragonare, genericamente, la fusione ad un matrimonio. Io non sono d’accordo, perché mentre nel secondo a prevalere sono gli affetti e le passioni da condividere, nella fusione di due comuni a dominare devono essere le ragioni collettive. Nel matrimonio ci si può dividere mentre ad una fusione sbagliata corrisponde il disastro! Fusione vuol dire fare, in due o più, meglio di quanto si faccia da soli. Ebbene, io non ho affatto la certezza che dalla fusione in atto si pervenga ad un tale risultato. Tutt’altro. Ho timore che si vada incontro al peggio in relazione a ciò che, con tanti sacrifici, siamo riusciti a fare per il Comune di Corigliano a partire dal fatidico 2013, nel quale c’era poco di cui vantarsi e pochissimo sul quale puntare. Fusione vuol dire altro. Soprattutto generare un soggetto istituzionale nuovo, capace di dare sviluppo, progresso, benessere e occupazione. Ma non sul piano teorico e su quello della promessa millantata, cui si fa oggi troppo frequentemente ricorso, bensì fondata sui progetti che oggi non ci sono, perché non siamo riusciti a farli, ad elaborarli e a condividerli nel massimo della partecipazione possibile. Insomma, ci siamo lasciati trascinare da un’idea vuota di contenuti, oggi venduta dai mercanti, fuori e dentro il tempio, da soggetti associativi sedicenti, che con la buona politica nulla hanno a che fare, in gran parte estranei alla raccolta del consenso civico di cui non hanno mai goduto. Tutto questo ci ha distratto da cose ben più importanti, prima fra tutte, di rivendicare il godimento delle migliori occasioni poste in essere dal legislatore, delle quali la ZES (Zona Economica Speciale) rappresenta oggi la punta del diamante delle opportunità. Se noi avessimo avuto l’intelligenza politica di pensare ad esse, piuttosto che litigare su una fusione immotivata, avremmo fatto molto di più di quanto prodotto. La costruzione del futuro passa per le grandi dimensioni geo – demografiche ma soprattutto dalla realizzazione di una filiera interattiva dei presidi e delle ricchezze che i territori posseggono. Più porti, più strade, più ferrovie, più archeologia, più produttività sono gli ingredienti sui quali si fonda il migliore futuro. Fare altrimenti significa vendere per nuovo un inutile usato. Quindi non fusioni fatte male bensì aggregazioni motivate all’insegna della obiettività tecnico – politica! Ecco la esigenza di votare NO per rinviare il progetto aggregativo, che veda anche Sibari a lavorare per la rinascita ed essere così puntuali nell’appuntamento con il successo. A tutti Voi la mia stima e il mio affetto. - (Avv. Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying/3459401195).
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COMUNICATO STAMPA
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