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Quando le bugie si trasformano in promesse nasce la Fusione
 martedì 26 settembre 2017 10:10
Quando le bugie si trasformano in promesse nasce la Fusione Mancano poche settimane al Referendum consultivo che chiamerà i cittadini coriglianesi e quelli rossanesi a “dare parere“ sulla proposta di Fusione che unirà le due grandi realtà cittadine.
Si respira un’aria pesante a Corigliano e a Rossano, dove si sta giocando una partita difficilissima a colpi di riunioni, convegni, post e commenti sui social.
La Fusione, presentata come “panacea di tutti i mali“, promette ricchezza, prosperità e il tanto agoniato sviluppo, atteso da decenni per il rilancio socioeconomico del nostro territorio, insieme alla riapertura del Tribunale (chiuso per inefficienza - il numero dei cittadini non c’entra: Paola e Castrovillari contano rispettivamente 16914 e 22168 abitanti), di un ospedale che non sarà quello della Sibaritide (con ogni probabilità parliamo del nosocomio rossanese, molto attivo dopo la chiusura di quasi tutti i reparti del Compagna) e tanti altri servizi millantati e mai accompagnati da progetti reali.
Tutti, però, sappiamo bene che non sarà questo scellerato progetto a regalarci magicamente il benessere. Lo sanno bene i cittadini che, a buon diritto, tengono stretto la propria identità territoriale con la paura di perdere anche la speranza di un vero rilancio che ci sarebbe se davvero la politica facesse il suo mestiere e imparasse a volere bene più al territorio e ai cittadini che alle poltrone. Lo sanno bene i giovani che, giustamente, non credono a questa grande farsa avendo vissuto le delusioni di promesse fatte dai soliti “ ingiacchettati e incravattati“ alle generazioni passate. Lo sanno bene i sostenitori del “ No“ che non si arrendono e, con leggi alla mano, non si stancano di parlare ai cittadini e chiedere alla politica più tempo, confronti e progettazioni concrete. E lo sanno bene anche i sostenitori del “ Sì“, tra cui si annoverano personaggi della scena politica nostrana che si divincolano da anni nelle logiche di forze e di potere locale e non.
È inconcepibile, impensabile credere che questa fusione faccia il bene di tutti. Una Fusione tanto vuota quanto inutile alla comunità - quasi tutti i cittadini - che non appartiene alla politica più misera che prega per questa Fusione o a qualche categoria professionale che evidentemente ha interesse a farci fondere.
Questa Fusione, di cui pare (provocatoriamente) si parli da mezzo secolo, non reca nessun progetto, nessun programma, nessuna pianificazione e ancor peggio, nessun dialogo con sé. In cinquant’anni, nessuno ha trovato due parole per scrivere una “carta“ che oggi ci potrebbe fare immaginare l’ipotetica grande città del futuro. Eppure un progetto di così grande portata avrebbe certo meritato più attenzione e uno studio puntuale di ogni aspetto di ciò che dovrebbe essere la nuova grande città. Gli Organi comunali di Corigliano e Rossano avrebbero dovuto almeno comunicare dato che non sono riusciti mai a collaborare. I cittadini avrebbero dovuto essere inclusi in un ragionamento (che addirittura non c’è stato) proiettato al futuro. Giovani e ragazzi non tagliati fuori e tenuti alla larga dalla stessa politica che dice di fare il bene delle nuove generazioni, pur non conoscendo assolutamente le esigenze di chi ancora vive qui o ha deciso di rimanere nella propria città.
Se la Fusione fosse stata studiata magari si sarebbe arrivati al capitolo “Area Vasta“, suggerita già da tanti, già da tempo e in più di una occasione, che sembra certamente più conveniente e proficua. L’Area Vasta lascia invariate le identità territoriali ma attiva rapporti collaborativi sinergici su economia, società, turismo e tutti gli ambiti su cui agire di un territorio. Potrebbe essere questa l’opportunità di rilancio della Sibaritide in linea con le potenzialità, ancora tutte da mettere a frutto e valorizzare, della nostra terra??
Gli interrogativi sulla Fusione sono migliaia e nessuna domanda ha trovato risposta diversa da un . Dai servizi, all’economia agricola, marittima e industriale, passando per il turismo, nulla si sa del futuro cui (si spera mai) andremo incontro. Tutto è rimandato a dopo con la pretesa di avere ancora credito dai cittadini dopo gli innumerevoli fallimenti della nostra cara politica. Pure il Consiglio Comunale coriglianese è crucciato dalla Fusione, essendo, ora, palesemente chiara la non convenienza a fonderci. In Piazza Municipio gli scanni scottano e i microfoni fanno paura: . E pure loro ci hanno lasciato a mezz’aria a ciondolare sui blog in cerca di notizie.
L’unica cosa certa è che la regione Calabria ha indetto il Referendum e il 22 ottobre si vota. E sempre la regione Calabria deciderà le sorti delle nostre città. E come se non bastasse, la legge regionale è stata modificata dopo il consenso a procedere da parte delle due Assise comunali cambiando le regole di voto: è stato eliminato il quorum, fissato prima al 30%, e non c’è alcuna sicurezza rispetto al conteggio delle preferenze. Tale mancanza di regole mina la democrazia, che ha bisogno di metodo e prassi certe per essere applicata. Qualcuno promette che sarà il risultato del voto di Corigliano e Rossano a decretare l’attuazione o meno della Fusione (se il risultato del dopo Referendum di almeno una delle due città dovesse essere negativo, non ci sarà nessuna Fusione). Queste, però, sono solo parole che non hanno riscontro nella legge regionale e ormai hanno poca presa sui cittadini che non possono più credere alle promesse di nessuno (basti pensare al caso di Spezzano Piccolo, i cui cittadini hanno votato No e si sono ritrovati fusi nonostante il forte dissenso).
Questa Fusione non compenserà le carenze politiche degli ultimi decenni. Questa Fusione è l’appiglio di chi, per tornare sulla cresta dell’onda sullo scenario politico, ha venduto la propria terra e i propri concittadini. Questa Fusione offende le persone che vivono quotidianamente la propria città e che sono volutamente tagliate fuori da decisioni che toccano il cittadino in prima persona.
Il risultato del Referendum del 22 ottobre non dovrà lasciare spazio a nessun dubbio. Forte dovrà essere il NO gridato dalle tessere referendarie. Le nostre città hanno bisogno di tutto meno che della Fusione!

Isabella Castagna - #MotivAzioneComune
    COMUNICATO STAMPA
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