Referendum e quorum: chi ha paura della democrazia? |
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mercoledì 9 agosto 2017 14:32 |
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A Corigliano sta accadendo che la classe politica e amministrativa più ridicola e inconcludente degli ultimi trent’anni almeno, degnamente guidata dal sindaco Geraci, non paga di aver ridotto il nostro territorio ai minimi termini e di avere rubato alla gente persino la speranza che qualcosa possa cambiare, vorrebbe ora negare ai cittadini il diritto di esprimersi sulla fusione attraverso il referendum, perchè spavenata dal fatto che tale consultazione si svolgerebbe senza la previsione di alcun quorum. Una ventina scarsa di persone sta provando, peraltro con mezzucci di bassa lega che giuridicamente non stanno in piedi, a togliere la voce agli altri 80.000. Il quorum referendario è concettualmente qualcosa di altamente ingiusto e anti-democratico. L’idea di subordinare la validità di una consultazione popolare al numero di cittadini che decide di parteciparvi è il trionfo del disinteresse e della rassegnazione, perché attribuisce un abnorme potere di “congelamento” dello status quo a quella porzione di cittadinanza che non si interessa, non si informa e non partecipa, e che quindi dovrebbe “contare” meno delle altre, non certo di più. E’ ancora fresco nella mia mente l’imbarazzante appello di Renzi e Napolitano a disertare le urne in occasione del referendum sulle trivelle del 2016, ad affermare il concetto che le decisioni da cui dipendono le nostre vite debbano essere prerogativa esclusiva della politica, e che i cittadini dovrebbero guardarsi bene dal voler capire certi temi e dire la loro. Il fatto che un referendum parta “azzoppato” sul nascere, per il semplice fatto che recarsi alle urne possa rivelarsi un esercizio inutile, costituisce intrinsecamente il migliore argomento per disincentivare attivismo e partecipazione, e indurre la gente a rimanere lontana, apatica e distante. Il quorum è da sempre il migliore alleato di quella classe politica e dirigente che ci ha volutamente disabituati alla partecipazione per poter continuare a pensare al posto nostro. Anziché mettere in campo i propri argomenti e le proprie ragioni, accettando di confrontarle con quelle di tutti gli altri, si preferisce cavalcare l’apatia imperante in questi tempi cupi per annichilire sul nascere ogni forma di dibattito. Il sindaco e i consiglieri comunali tutti non si azzardino a negare il diritto di voto alle comunità di Corigliano e Rossano. Io voglio votare, magari anche votare per il no, ma voglio poter votare!
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Francesco Forciniti
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