Comunali 2018: tra speranze ed utopia di vedere un centrosinistra unito |
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sabato 13 maggio 2017 13:34 |
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I politici, sono come quei cattolici che quando vogliono apparire meritevoli agli occhi di Dio, vanno nelle chiese e pregano. Al contrario i politici, hanno il dovere di dimostrarlo attraverso il proprio lavoro, come ci riescono, e come svolgono il loro lavoro il meglio possibile senza ossessionarci con le loro false promesse. Da loro, non se ne cava niente di buono, avendo scelto il mestiere più redditizio e che li rende esenti da qualsiasi colpa, come il rubare o addirittura lucrare sulla pelle degli ammalati anche se questi sono in fase terminale. La fanno sempre franca perché le faide interne ai partiti fanno quadrato intorno a loro e perché le leggi sono tutte leggi ad personam, questo stato di privilegiato a persone che nella vita, non sono stati capaci nemmeno di costruirsi una collocazione che gli permettesse di vivere dignitosamente ed onestamente al pari di tanta brava gente che si spacca la schiena per portare il pane a casa li rende arroganti e sordi ai bisogni altrui. Per non parlare di quello esercito di parassiti che vivono di prebende politiche, di contributi, sovvenzioni, usando le cooperative, le associazioni o inventandosi corsi professionali inesistenti. E NOI PAGHIAMO! Si fa presto a dire: vicino ai bisogni e alle aspirazioni del popolo e particolarmente di quelle categorie più deboli. Si fa presto a dire: auspico una politica del centrosinistra aperta, trasparente ed inclusiva che rifugga dai soliti “sotterfugi” e si prepari a dare a Corigliano un progetto e una guida competente, ferma e onesta! Peccato che ai cosiddetti Pignatari, non ci sono più i maestri vasai di una volta, glielo avrebbero fatto su misura loro, di creta e necessariamente anche senza cervello. Questa, purtroppo ad oggi è la cruda realtà, trovare disponibile una persona onesta e competente che si immoli alla politica per coprire le loro vergogne, è cosa impossibile, specialmente se deve garantire l’unità, le aspirazioni, gli interessi di tutte quelle anime affamate che si annidano nelle miriadi correnti e fazioni dei partiti. Ritornando al tema dei sotterfugi in politica, cosa abbastanza frequente nella politica locale e non sola, ci chiediamo: che fine ha fatto a suo tempo, la lista denominata, Progetto Democratico per Corigliano che sosteneva Giovanni Leonino e che aveva come simboli all’interno del cerchio, l’immagine del Ponte Canale e le sigle seppure in caratteri piccoli di colore rosso e verde del PD? E il programma, stilato da un noto esponente del Partito Democratico - Circolo Corigliano Schiavonea? Perché la notte prima delle presentazioni delle liste, non se ne fece più niente, perché saltò tutto all’aria? Perché a suo tempo, il prof. Armando De Rosis, contattato all’epoca da un notissimo esponente del Pd locale, oggi ritornato in auge smagliante grazie anche ai voti alle primarie di quei tanti extracomunitari ed immigrati non accettò la candidatura? Per non fare un torto al prof. Giovanni Leonino e al dott. Giovanni Torchiaro o perché non era gradito a qualche big politico locale? O perché non vi erano a quel tempo, come adesso i presupposti dell’unità politica? Il ruolo politico, certamente decisivo e determinante di Franco Pacenza, oggi uomo di fiducia del presidente Oliverio o chi per lui, condizionarono, ostacolarono la unione politica del centro sinistra alle amministrative? Sono domande che a distanza di quattro anni, meriterebbero quanto meno una risposta chiara al solo fine di non ripetere i vecchi errori, i sotterfugi e poter ridare alla città così il ruolo di punto di riferimento di un centrosinistra che qualcuno a parole vorrebbe unito, inclusivo, ma principalmente per ridare al territorio la dignità che la destra locale in questi anni ha oscurato, ha calpestato come asserisce qualcuno.
Per il movimento centro storico Giorgio Luzzi
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COMUNICATO STAMPA
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