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L’importanza di un dibattito inclusivo sulla “fusione”. Per non restare a guardare
 sabato 6 maggio 2017 12:48
L’importanza di un dibattito inclusivo sulla “fusione”. Per non restare a guardare Cari lettori, facendo seguito ad un primo memorandum da me scritto qualche giorno addietro, mi ritrovo nuovamente a scrivere al fine di cercare di completare, con tutte le lacune che mi accompagnano, il discorso relativo ai vantaggi che deriverebbero dal processo di fusione tra le città di Corigliano e Rossano.
Non sono uno che ha mai brillato per astuzia e furbizia ma leggendo degli articoli di qualche giorno addietro ho potuto notare che le questioni che più hanno colpito negativamente la platea degli interlocutori sono state; l’assenza di partecipazione dal “basso”, la mancata inclusione di molti schieramenti politici (e non)nella discussione e l’assenza di una spiegazione più o meno unitaria su cosa porterà questa “fusione”, a ciò, va aggiunto, e nessuno me ne voglia, che come contro risposte da parte di una più o meno vasta area di soggetti, più o meno interessati all’argomento, le motivazioni in favore del “no” sono state abbastanza deboli (in alcuni casi moto qualunquiste) mentre, in altri casi, puntuali ed attente. Qui dico, con l’ulivo in mano, siete tutti “invitati” al discorso fusione, nessuno escluso. Ne abbiamo bisogno.
Prima di procedere oltre vorrei ringraziare il compagno Alberto Laise per le belle parole espresse nei miei confronti ed è proprio per tale motivo che, quando esco, in giro, mi fregio della sua sincera amicizia. Al giorno d’oggi trovare una persona che, per coerenza ed ideali, è pronto a mettersi contro molte persone è merce rara che non voglio perdere.
Proseguendo, nello specifico, mi rivolgo a tutti coloro i quali hanno dubbi sulla presenza di liquidità nel fondo destinato ai comuni interessati dalla fusione, mi spiego meglio, mi rivolgo a chi dice “il fondo è una buffonata, i soldi non ci sono” bene, sono stato contro (da sempre) a questo qualunquismo poiché, dati alla mano, il fondo ha erogato fino al 2014 circa 9 milioni di euro e di tale cifra sono certo perché se questi dati fossero stati fasulli regioni come Marche, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna avrebbero “rotto le corna” a chi si permetteva di calunniarle, dato che queste regioni, contrariamente alla regione Calabria che vive molto di sussidi statali, tirano avanti grazie al loro fiero e deciso lavoro e, di tali soldi, fanno un uso non oculato, ma oculatissimo, per cui guai a chi dice altro. I soldi in sostanza ci sono, bisogna saperli spendere e chi dice il contrario lo fa surrettiziamente.
Preciso, altresì, che lo scrivente quando parlava della mancata occasione della formazione della Provincia unica di “Corigliano – Rossano” non lo scriveva per dare colpe a quella o a quell’altra classe politica, di destra o di sinistra (non è da me), ma sottolineava come riuscimmo a farci da soli un auto goal pazzesco, abbandonando poteri, servizi e danari in nome di un non ben specificato “macismo identitario”.
Ora invito chiunque ad avere il coraggio di dire, sotto giuramento, che aver perso la carica di provincia è stato un bene o una cosa giusta, lo chiedo poiché chiunque sostenesse questa teoria potrà essere tacciato di aver spergiurato, dato che i fatti (inconfutabili) hanno dimostrato l’esatto contrario. Scrivo questo poiché, mio malgrado, mi sto accorgendo che un’altra occasione buona sta transitando e non siamo in grado di coglierla, basterebbe guardare le statistiche (economiche e di servizi offerti) dei comuni fusisi per capire che l’occasione è quella buona e che per tale ragione andrebbe colta, anche in virtù della direzione che tutte le regioni d’Italia stanno seguendo.
Continuo a chiedere perdono se richiamo norme, regolamenti e prassi ma purtroppo non so fare diversamente, chiedo sempre a me stesso il sostegno del “fondamento normativo” per tutto ciò che scrivo e, ovviamente, ciò non vuole assolutamente significare che io abbia una ragione assoluta ma ritengo, molto umilmente, che il dubbio socratico (so di non sapere) è quello che debba spingere tutti noi a documentarci per spingerci alla ricerca della verità, scusate la cacofonia, vera, dato che anche io, come Socrate (con le dovute distanze culturali che non sarò mai in grado di colmare), odio i sofisti, quei saccenti che tutto sanno o che tutto credono di sapere, ed odierei ancor di più diventare un ciarlatano.
Parto dalla legge 232 del 2016 (ddl stabilità) ed in particolare dall’art. 1 comma 492 che così recita “L’ammontare dello spazio finanziario attribuito a ciascun ente locale e’ determinato, entro il 15 febbraio di ciascun anno, con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, tenendo conto del seguente ordine prioritario: a) investimenti finanziati con avanzo di amministrazione o mediante operazioni di indebitamento: 1) dei comuni istituiti, nel quinquennio precedente all’anno di riferimento, a seguito dei processi di fusione previsti dalla legislazione vigente…” in sostanza, per i comuni fusisi, la legge di stabilità prevede una corsia preferenziale per i relativi finanziamenti, anche con procedure di indebitamento, passaggio tristemente imprescindibile per Corigliano e Rossano. Riscrivo per la seconda volta che l’indebitamento non è un bene ma è apoditticamente vero che un comune non indebitato è un comune che, nella nostra situazione, non può investire e, quindi, fermo su ogni ambito o settore e che non riesce, di conseguenza, a garantire nulla per i propri cittadini.
Il passaggio successivo, ed anche più rilevante, è il comma 495 del ddl stabilità 2017, il quale consente di liberarsi dal giogo del pareggio di bilancio entro il limite dei 500 milioni di euro annui. Ovviamente, lo ripeterò fino alla noia, come un mantra; l’indebitamento è sbagliato, certo, ma non in quanto tale ma solo se non associato ad un progetto di crescita, ed è proprio per tale ragione che i commi 495 e 506 della l. 232/2016 spiegano chiaramente che se il comune vuole indebitarsi e godere dei benefici di indebitamento in deroga al pareggio di bilancio deve; 1) avere un progetto, anche Regionale, di crescita 2) la richiesta provenire da comuni fusisi al fine di avere la “corsia preferenziale” 3) avere determinati “guai” da risolvere.
Accanto al vantaggio della fusione per l’ottenimento dei quattrini vi sono altre corsie privilegiate, tra cui; sostegno all’edilizia scolastica, adeguamento sismico, rischio ambientale ed idrogeologico (art. 1 co. 492 l. 232/2016). Ora, se 2+2 fa 4, mi pare di capire che per un comune unico come quello ipotetico di Corigliano – Rossano non ci dovrebbero essere problemi ad intercettare liquidità dato che accanto all’eventuale fusione si potrebbero annoverare tutte le altre “disgrazie” di cui i comuni soffrono. Per fare qualche esempio;
rischio idrogeologico ed inquinamento (le reti fognarie di Rossano Paese e di Corigliano Paese sono del tutto inesistenti), inquinamento (depuratori di Corigliano e Rossano vetusti e sovraccarichi, in estate, mi spiegavano ieri, che è come se ti facessi il bagno in una latrina dato che le unità di abitanti superano la taratura degli impianti) edilizia scolastica (stendo un velo pietoso, non si spara sulla croce rossa), rischio sismico (Rossano sulle “timpe rosse” ormai è friabile come i grissini, Corigliano Paese a breve me lo ritrovo a Schiavonea e ci conurberemo naturalmente), tutti elementi che ci consentiranno (ahimè) di godere di qualche “favore” normativo (l. 232/16, art. 1, comma 492). “Simu mbrazz a Maria”.
Passo brevemente al tema tributario.
La l. n. 42 del 2009 all’art. 12, co. 1, lett. f) così recita “I decreti legislativi di cui all’articolo 2, con riferimento al coordinamento ed all’autonomia di entrata e di spesa degli enti locali, sono adottati secondo i seguenti princìpi e criteri direttivi: … f) previsione di forme premiali per favorire unioni e fusioni tra comuni, anche attraverso l’incremento dell’autonomia impositiva o maggiori aliquote di compartecipazione ai tributi erariali” finalmente ciò che si aspettava da anni, una sorta di federalismo fiscale, quel federalismo su cui la “Lega Nord” ruppe l’anima per decenni, finalmente l’aliquota destinata ai comuni può aumentare in favore di quelli fusisi. Faccio un esempio, il sistema di tassazione funziona più o meno così, Corigliano ha un gettito di 10 mln di euro (magari!) di tasse, questi 10 vanno a Roma la quale ridistribuisce gli introiti tributari nelle varie forme di spesa (difesa, interno, sanità ecc. ecc.) ed a noi rientra, sulla base di ciò che dice il MEF, il solo 0.8 % (dato IRPEF di Corigliano cal.), in sostanza abbiamo a che fare con un vampiro (lo Stato) che ci lascia senza sangue, dato che per ciò che riguarda i servizi “di ritorno” non mi pare di avere un granchè di riflesso. Si pensi per un solo istante cosa vorrebbe dire poter trattenere l’1,5 od anche il 2% di aliquota sul gettito(!) da un lato maggiori entrate e dall’altro un reale interesse per il comune a combattere l’evasione fiscale dato che, ed è logico, più stani gli evasori più le casse comunali ne godrebbero, il tutto ovviamente previa fusione. Non male direi.
Non finisce qui.
In ambito tributario la l. 135 del 2012 art. 20 co. 1 bis attribuisce un rientro massimo del 50% dei tributi versati entro il tetto limite dei 3 milioni di euro, non si raggiungerebbe la soglia massima, sarei un parolaio ad affermare altro, ma è comunque un buon inizio.
Per ciò che concerne i “giochi occulti” del potere vorrei far notare al lettore un misterioso passaggio. La regione lavora alacremente per l’ospedale unico (a chiacchiere) ed Oliverio in data 25.11.2016 sentenziava “Entro marzo 2017 cominceremo i lavori del’ospedale unico”( Ahahaha ). Attenzione! Oliverio (alias Palla palla) è di San Giovanni in Fiore ed è stato Presidente della provincia di Cosenza. Perdonatemi ma “a pensar male si fa peccato ma quasi mai si sbaglia”.
La “Tecnis Spa”, deputata alla realizzazione del nosocomio tanto agognato, veniva sottoposta a sequestro per infiltrazioni mafiose e solo in data 21.3.17 il Tribunale di Catania disponeva il dissequestro della società. La domanda che sorge è; come faceva Oliverio a sapere nel pieno del periodo di sequestro della società “Tecnis” che questa sarebbe stata dissequestrata e che avrebbe finito i lavori? Ci sono varie ipotesi, la prima è la chiaroveggenza di Oliverio che, nella palla di cristallo, ha previsto il dissequestro con 4 mesi di anticipo, la seconda ipotesi è che Oliverio abbia avuto informazioni “privilegiate” in merito, la terza, e più accreditata ipotesi, il proclamo era un salto nel buoi per calmierare il popolo sibarita che, come si sa, con quattro “favolette” sta buono buono. Motivo in più per creare un polo cittadino unico e forte.
Non posso pronunciarmi come vorrei sul “turn over” lavorativo negli enti locali, poiché è vero che tra i vantaggi (solo in caso di fusione) si annoverano le nuove assunzioni (non solo a tempo determinato) ma non posso pronunciarmi su altri profili, poiché contestai fortemente la legge Biagi (che non consente più di avere stabilità lavorativa) ed anche perché porto come mio idolo assoluto Ernst Thalmann, per tali ragioni, consapevole anche di cosa ha voluto dire in Calabria il sillogismo “ assumere per avere voti”, devo per ora sospendere il mio giudizio in tal senso nonostante dei buoni vantaggi.
Chiudo con 2 esortazioni dialettali per incitare tutti al “sì” referendario del 22 ottobre; “A’ Maniat” (Corigliano) e “A bah!” (Rossano). Non è mai troppo tardi.

Daniele Torchiaro, maledetto sciovinista
    COMUNICATO STAMPA
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