Si deve sognare e non continuare ad essere quelli che siamo: perdenti |
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martedì 25 aprile 2017 15:25 |
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Continuare a riconoscersi in quello che siamo diventati senza reagire, quasi a vantarsene, a non prendere le distanze da questa classe politica, vuol dire ignorare la realtà e nello stesso tempo rendersi complici per convenienza con politici vecchi e nuovi, legati ad interessi personali tanto da essere inermi volutamente e disposti a chiudere tutti e due gli occhi davanti alle tante inadempienze (evasione dei tributi, abusivismo, degrado mentale, culturale, scarso o niente rispetto per le istituzioni e per le leggi che le governano ecc.) dei cittadini, specialmente se questi sono espressione del proprio elettorato. Il modo di pensare, di agire, di non discutere di politica o dei problemi che affliggono il territorio da parte della maggioranza dei cittadini e la presunta incapacità di molti politici locali ad affrontare di petto le tante questioni che minano la sopravvivenza del comune stesso, rende impossibile sognare un futuro diverso e migliore del presente. Questo stato di inerzia ha fatto si che niente cambiasse in questi decenni, a questo si aggiunga l’incapacità nostra di rimboccarci le maniche o peggio ancora, non essere in grado di mettere in moto il cervello, obbligando chi ci ha amministrato in passato e chi governa ora a cambiare rotta, ad essere altruisti, meno arroganti e più pragmatici. Continuando a non capire, a sottovalutare la gravità della situazione odierna (un comune sotto stretta sorveglianza della commissione antimafia, quasi commissariato) si rischia di convivere per i prossimi cento anni con politici ed amministratori che hanno affossato i sogni di quelle tante persone oneste che ancora credono, nonostante le tante sventure che da anni ci perseguitano, che qualcosa possa cambiare in meglio. Se non si incomincia a prendere coscienza del nostro vivere alquanto miserevole, se non si incomincia a discutere di questo e di politica seria, e credo che ne noi e meno ancora questa classe politica, che non ha interessi a cavalcare la buona amministrazione, la buona politica, abbiano voglia di farlo, saremo dannati, destinati a convivere, tra odio ed amore con politici locali che per forza di inerzia saranno guardati e vissuti dai più con sospetto e da altri, con simpatia o addirittura con ammirazione. Così continuando, si rafforzerà l’opinione, con nostra consapevolezza di essere loro complici e non fa niente se avremo per l’intero futuro che verrà, un comune azzoppato oltre che da ingerenze e condizionamenti esterni, un comune che oramai, si è cucito addosso l’appellativo di mafioso. Si continuerà ad essere amministrati da consiglieri comunali impegnati più che altro all’assoluta obbedienza al capo, privi di qualsiasi esperienza amministrativa, di una minima formazione politica, ideologica o di appartenenza, votati per lo più da parenti, con il risultato che niente è cambiato, niente cambierà rispetto al passato all’interno della casa comunale. Questa realtà fa si che Corigliano continuerà ad avere un consiglio comunale, un sindaco, una giunta, di qualsivoglia colore ed estrazione politica, sotto stretta e continua sorveglianza prefettizia, una amministrazione, condizionata nelle sue decisioni, per intenderci, avremo un comune relegato al carcere duro, preda dell’immobilismo. Il protocollo di cura, per recuperare credibilità ed onestà, sarebbe, secondo me ed i pochi componenti del movimento, che il comune intraprendesse, una seria e pignola cura disintossicante come farebbe un qualsiasi soggetto preda della dipendenza alle droghe: Uscire da tutte le società partecipate, internalizzare, assieme al personale, quei servizi dati in gestione ai privati, in pratica spicciola, più pubblico e meno privato, se occorre, pronto anche a dare l’indipendenza amministrativa e politica a realtà che potrebbero intralciare, rallentare o inquinare il normale e legale iter burocratico, amministrativo del comune stesso. Per il movimento centro storico. Luzzi Giorgio
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COMUNICATO STAMPA
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