Sequestrato dalla GdF oltre mille quintali di patate detenute in violazione alle norme di igiene
martedì 7 marzo 2017 08:15
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza hanno sequestrato in provincia di Cosenza oltre mille quintali di patate, in gran parte d’importazione, conservate in ambienti privi di idonea verifica igienico – sanitaria. In violazione degli obblighi comunitari a tutela del consumatore un grossista commercializzava prodotti ortofrutticoli omettendo le previste comunicazioni agli Organi di controllo, regione Calabria e A.S.P. di Cosenza. In particolare, l’esercizio di una attività imprenditoriale di distribuzione di alimenti è sottoposto agli obblighi di comunicazione e autorizzazione previsti dalla normativa comunitaria recepita dal nostro Legislatore con il Decreto Legislativo n. 193 del 2007. Si tratta di disposizioni a tutela della sicurezza alimentare che prevedono l’obbligatorio rispetto di un insieme di procedure volte a prevenire le possibili contaminazioni degli alimenti (c.d. “sistema HACCP” - Hazard-Analysis and Critical Control Points). Infatti, l’accertata verifica dell’idoneità igienica dei locali e l’avvenuta derattizzazione e disinfestazione da insetti, costituisce necessario presupposto per la corretta conservazione del prodotto destinato al consumo. La preliminare comunicazione dello svolgimento dell’attività all’A.S.P. consente la verifica delle idonee condizioni igieniche dei locali ed il rilascio la cd “registrazione sanitaria”, vera e propria autorizzazione. L’omessa comunicazione dello svolgimento dell’attività di distribuzione di prodotti alimentari ha quindi impedito la verifica della sussistenza delle indispensabili condizioni igieniche e sanitarie dei locali e la garanzia di esclusione di possibile contaminazione del prodotto destinato al consumo umano. L’esposizione al rischio per la salute dei consumatori dei prodotti alimentari ha comportato l’immediato sequestro preventivo degli alimenti presenti, costituiti da oltre mille quintali di patate, e l’irrogazione di sanzioni amministrative per un massimo di euro quindicimila.