Cosa c’entra l’agricoltura con il referendum? |
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martedì 29 novembre 2016 11:30 |
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E’ molto difficile capire quale relazione intercorra tra lo sviluppo dell’agricoltura in Calabria – soprattutto se a parlarne è il Presidente di una regione che si guarda bene dal nominare un assessore all’agricoltura – e il votare Si al referendum del 4 dicembre. E dovremmo ricordare i danni provocati dalla gestione dei fondi nell’agricoltura sin dal “regno“ di Mario Pirillo. Purtroppo la mente non può non correre alle parole dette, solo pochi giorni addietro, dal Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca agli amministratori campani: promettete finanziamenti, fate quello che c… volete ma fate votare Si. Ed ecco che imprenditori e grandi proprietari terrieri si mobilitano per il SI. Le ragioni ci sembrano del tutto slegate dalla discussione referendaria: sembra difficile cogliere il nesso tra il prezzo e la qualità del clementino con la necessità del SI…Ed in effetti ieri non lo ha spiegato nessuno. Il dramma è che questo genere di manifestazione sta impegnando il Governo da mesi: completamente paralizzata l’azione governativa (lo dimostra la stagnazione della manovra di bilancio) perché tutti in tour elettorali. E la stessa cosa si può dire per le attività della regione Calabria: la locride annega, la disoccupazione giovanile cresce ma Oliverio è in tour a raccontare favole ai calabresi. Ed anche in questo la propaganda si scontra con la fredda concretezza di un giovane che muore perché un ospedale appena inaugurato è chiuso… Ed è questo utilizzo del potere che dovrebbe indignarci e preoccuparci. Indignarci perché il Governo dovrebbe rimanere fuori dalla scrittura della Costituzione. Calamandrei diceva che “Nella preparazione della Costituzione, il governo non deve avere alcuna ingerenza…” “Nel campo del potere costituente il governo non può avere alcuna iniziativa, neanche preparatoria”. “Quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti”.
Ed invece il Governo Renzi entra a gamba tesa nella materia rendendo impossibile ogni ricomposizione unitaria per una scrittura condivisa delle regole del gioco.
La preoccupazione, invece, nasce dalla consapevolezza che gli interessi in gioco sono, da una parte quelli dei cittadini che si vedono sottratti spazi democratici, dall’altra gli interessi del capitale e della finanza. Ed ancora le forti ingerenze straniere non trovano giustificazioni plausibili. Soprattutto le pressioni del Governo tedesco e le continue allusioni a fantasmagoriche uscite dall’Euro o al crollo del sistema. Tra l’altro, ci si passi la battuta, ogni volta che abbiamo ascoltato la Germania…per noi sono stati cavoli amari.
Alberto Laise, Coordinamento Provinciale Sinistra Italiana
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COMUNICATO STAMPA
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