L’ESECUTIVO Geraci e la fusione Corigliano-Rossano |
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lunedì 14 novembre 2016 20:37 |
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Giorno 24 giugno 2016, il consigliere del M5S Francesco Sapia, accompagnato dall’avv. Abate e da una rappresentanza del suo gruppo, ha partecipato a un tavolo istituzionale, da lui richiesto, con l’amministrazione comunale per discutere della fusione tra Corigliano e Rossano. Per l’amministrazione comunale erano presenti: l’assessore Mingrone, il vicesindaco avv. Oranges, i consiglieri avv. Turano e avv. Dardano. Premesso che il M5S ha votato a favore della fusione nella delibera consigliare del 1 febbraio 2016 , perché se attuata e realizzata secondo legge potrebbe costituire una opportunità di crescita , di miglioramento e del tanto sospirato decollo del territorio in questione, nell’incontro s’invitava l ‘amministrazione a considerare e valutare , per affrontarle con consapevolezza, tutte le opportunità e le criticità che la fusione pone. La fusione deve rispondere a obiettivi di sviluppo organizzativo, gestione di servizi e funzioni e tendere a individuare ambiti territoriali che, per ampiezza, entità demografica e attività produttive, consentono un equilibrato sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. La ratio della legge (art. 1 c.116-137 legge Delrio l. 56/2014) era riferita a comuni che non superavano i 5.000 abitanti, per una migliore gestione dei servizi e per abbattere i costi dell’amministrazione. Nel caso di Corigliano e Rossano si tratta di una “super” fusione, sia per entità demografica sia territoriale. L’esigenza nasce, sicuramente, per abbattere i costi della macchina comunale e ottimizzare i servizi (cosa complessa e delicata nella fattispecie in questione, poiché l’ottimizzazione dei servizi si raggiunge con un’entità numerica di 50.000 abitanti), ma anche per avere un maggior peso politico e contrattuale con le amministrazioni gerarchicamente superiori (Regione e Stato centrale). Pregiudizialmente si chiedeva all’amministrazione del comune di Corigliano di valutare: 1) le dimensioni e le caratteristiche socio-economiche degli enti interessati; considerate le relative dimensioni territoriali e il numero di abitanti interessati alla fusione( si tratterebbe del caso più impegnativo di fusione avviato in Italia.) 2) L’attitudine o predisposizione a cooperare e il livello di FIDUCIA reciproca. 3) Se v’è accordo tra le amministrazioni coinvolte ed esiste visione condivisa del Comune unico. Inoltre, al fine d’individuare il percorso migliore per l’unificazione dei servizi e delle funzioni dei diversi enti coinvolti all’interno del futuro Comune unico, sarebbe opportuno procedere all’analisi preliminare: a) dell’articolazione e delle strutture organizzative dei Comuni interessati, per individuare ipotesi d’integrazione delle stesse; b) della dimensione economico-finanziaria (entrate, spese, mutui, ecc.); c) delle risorse umane (dotazione organica.) Nell’immediato, pertanto, si chiedeva all’amministrazione comunale d’istituire una commissione composta di suoi rappresentanti ed anche da rappresentanze delle parti sociali e politiche del comune al fine di discutere e decidere sui presupposti della fusione. Promuovere momenti d’incontro con la cittadinanza in modo da sensibilizzare, informare, raccogliere perplessità e suggerimenti. Infine, formare al più presto una commissione istituzionale composta dalle due amministrazioni interessate al fine di avviare la stesura di uno statuto condiviso, con regole chiare, che resti in vigore fino a quando non sarà formulato lo statuto definitivo. Purtroppo, ancora una volta si deve rilevare la paralisi e l’inerzia della nostra amministrazione comunale, che nulla ha fatto per avviare un percorso consapevole e responsabile relativamente alla fattibilità dell’ipotizzata fusione dei Comuni di Corigliano Calabro e Rossano
Movimento 5 Stelle Corigliano Calabro
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COMUNICATO STAMPA
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