Dedico questa mia poesia a tutte le donne che hanno vissuto il dono della maternità e a quelle che hanno sperimentato sulla loro pelle il dolore. Luigi Visciglia
noi che restiamo Giugno 1976)
Questo componimento è stato scritto a seguito di una dolorosa vicenda accaduta ad una neo-mamma, nel dare alla luce la sua creatura, il 7/12/1972.
Sono solo nella stanza. In quella stanza dove l’amor facemmo. Tu sei partita. Io son rimasto a soffrire. Giro per la stanza vuota e non trovo pace. Il ricordo ti fa riapparire, ed io ti vedo, ombra indulgente. Fuori! Le rose sono belle e profumate. io molte ne incontro e la sofferenza mia non alleviano. Il loro profumo non è lo stesso del tuo. La loro voce non è dolce come la tua. Allora mi accorgo che il vuoto resterà vuoto, in compagnia di un’ombra BENIGNA.