Nel suo ormai quotidiano attacco al Sindaco, il consigliere Ernesto RAPANI sbaglia ancora una volta toni, modi ed argomenti, azzardando somme aritmetiche e deduzioni applicate alla Politica ed al diritto con evidente superficialità. In Politica bisognerebbe rimettersi sempre alla volontà popolare, che ha sancito la vittoria di MASCARO e la sconfitta, tra gli altri, anche di RAPANI. In diritto occorre attendere le decisioni definitive della Magistratura e rispettarle, sapendo che le questioni non sono mai identiche. RAPANI dovrebbe piuttosto spiegare perché quei motivi di presunti vizi nella presentazione delle liste li ha denunciati a suo tempo con ritardo ed all’autorità sbagliata, assumendosi la responsabilità di consentire che il procedimento elettorale andasse avanti. Con la conseguenza che un suo annullamento oggi suonerebbe come una beffa per i cittadini prima che per gli eletti. Quanto poi al ripetitivo populismo sulle spese a carico della comunità, anche RAPANI sa bene – basta leggere il codice e non i trattati di diritto amministrativo – che l’ente Comune è parte necessaria del processo elettorale e ad esso vengono notificati i ricorsi, in cui si costituisce con la propria difesa così come dal canto loro fanno i singoli eletti. Quindi tutto legittimo, al pari delle strategie difensive che scelgono gli avvocati incaricati, con serietà e professionalità. L’auspicio che condividiamo con la cittadinanza è che si ponga fine a questo reiterarsi di polemiche inutili e mistificazioni. I cittadini hanno soltanto bisogno di risposte sul governo delle emergenze e delle opportunità nella consapevolezza che la fase elettorale si è conclusa democraticamente con un vincitore. Non c’è un Sindaco abbarbicato alla poltrona. C’è un Primo Cittadino eletto che esercita ruolo e funzioni istituzionali e legittime, con l’obiettivo di offrire alla città nuove occasioni di crescita e di sviluppo, con il contributo di tutti. Piuttosto, la pervicace ostinazione di alcuni a non distogliere la propria personale attenzione dall’esito del voto di tre mesi fa e da invocate soluzioni giudiziarie dimostra, forse, che se interessi ed appetiti da soddisfare vi erano e vi sono, restano altri ed altrove.
(Fonte: Lenin MONTESANTO – COMUNICAZIONE & LOBBYING) |