Pensare, costruire e praticare, anche in termini di crescita sociale e sostenibile, un’alternativa ai tempi ed ai ritmi di vita dettati dal consumismo, dalla globalizzazione e dall’economia. SUD – IDENTITÀ – TEMPO. DECRESCERE PER SALVARSI? È , questo, il tema del faccia a faccia promosso dal Convivium Slow Food Pollino-Sibaritide-Arberia e dall’Associazione Otto Torri sullo Jonio, in programma per il prossimo LUNEDÌ 19 SETTEMBRE, alle ORE 18, in piazza Santi Anargiri, ospiti dello storico Caffè TAGLIAFERRI. – Fa tappa nella Città del Codex il BIKE TOUR DELLA DECRESCITA. Viaggiando in bicicletta per conoscere e dare voce alle realtà virtuose. L’evento, organizzato in partnership con il Movimento per la Decrescita Felice (MDF) in collaborazione con l’ITALIA CHE CAMBIA, Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying e l’azienda di agricoltura sostenibile BIOSMURRA, rappresenta la continuazione di un percorso di riflessione avviato con FERMATA CALABRIA nel 2015, sullo sviluppo durevole, sull’educazione parentale e la didattica esperienziale. Queste ultime, in sintesi, le alternative possibili contenute nello spettacolo-proposta SOGNO O SONO DESTO di Michele DOTTI, proposto a Rossano, qualche mese fa, alla presenza di più di 400 studenti al liceo scientifico cittadino. Coordinati dal Fiduciario della Condotta Lenin MONTESANTO e dal giornalista Alfonso BOMBINI si confronteranno sul tema della DECRESCITA FELICE, Roberto CERAUDO dell’azienda agricola DATTILO di Strongoli, la scrittrice Assunta SCORPINITI, l’imprenditrice Antonella VINCENZI, Patrizia SERVIDIO titolare de Le Bistrot di Cantinella, i Sindaci di Longobucco e Saracena Luigi STASI e Mario Albino GAGLIARDI, la dirigente scolastica Adriana GRISPO, gli assessori comunali alle politiche sociali di Rossano e corigliano, Angela STELLA e Marisa CHIURCO ed il designer Emilio Salvatore LEO del Lanificio Leo di Soveria Mannelli (Cz). Cos’è la DECRESCITA FELICE? È la proposta di un nuovo paradigma culturale avente come scopo quello del miglioramento della qualità della vita attraverso la riduzione di fenomeni quali lo sfruttamento delle risorse naturali; gli sprechi, le inefficienze e gli usi impropri di energia; la produzione dei rifiuti; la separazione della cultura del come (“tecnico-scientifica”) da quella del perché (“umanistica”); la mercificazione delle idee e dei saperi; l’impatto ambientale dell’agire umano. Punta all’incremento di fenomeni quali l’autoproduzione e lo scambio non commerciale di beni e servizi; la produzione ed il consumo di alimenti biologici; le filiere di produzione e di distribuzione corte e gli acquisti collettivi; la libera circolazione delle idee e dei saperi; l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili; la tutela delle diversità (biologiche, culturali, ecc); le tecniche e i saperi artigianali; la finanza etica e l’economia no-profit; la partecipazione, la convivialità, la fiducia reciproca dell’agire umano nelle comunità di appartenenza; la trasmissione dei saperi e il confronto fra le generazioni; il ruolo della famiglia, comunque composta, come nucleo di base della comunità e luogo naturale di apprendimento dei valori non utilitaristici; le comunità locali con economie “autocentrate”.
(Fonte: Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying). |