«Su 404 comuni calabresi solo 89 hanno superato il 65% di raccolta differenziata nel 2019. Spiccano, però, 19 eccellenze calabresi che compongono la classifica dei comuni calabresi ‘rifiuti free’: la provincia di Cosenza con 14 comuni virtuosi; segue la provincia di Catanzaro con 3 comuni e poi quella di Vibo Valentia con 2 comuni. Nessun comune, invece, per le province di Crotone e Reggio Calabria». Questi i principali dati del dossier redatto da Legambiente Calabria, in collaborazione con l’Ufficio nazionale Comuni Ricicloni, presentato oggi nel corso dell’Ecoforum regionale sui rifiuti “L’economia circolare del futuro in Calabria: dalla teoria alla pratica”, che si è tenuto su piattaforma online e in diretta sulla pagina facebook dell’associazione ambientalista, e a cui hanno partecipato vari relatori appartenenti sia al mondo istituzionale che a quello delle imprese e dell’associazionismo. I dati utilizzati quest’anno sono stati quelli forniti da Arpacal. «La Calabria possibile – ha detto in apertura la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta – passa attraverso il sentiero obbligato tracciato dall’Unione Europea: i fondi comunitari, che costituiscono una grande opportunità, dovranno essere destinati alla crescita intelligente ed all’economia verde. Anche il Recovery Fund, il piano di investimento storico della Ue con un dotazione di 750 miliardi di cui circa 209 destinati all’Italia, stabilisce che gli obiettivi del Green Deal sono una delle priorità del piano di ripresa destinando circa il 37% delle Risorse finanziarie indirizzate in azioni di lotta al cambiamento climatico e per l’economia circolare. Il problema rifiuti in Calabria é un’emergenza perenne nelle cui pieghe spesso si infiltra la criminalità organizzata e che può essere risolta solo attraverso il passaggio da un modello lineare ad un modello di economia circolare: riduzione dei rifiuti alla fonte, raccolta differenziata, riciclo e riuso. I rifiuti da problema possono trasformarsi in una preziosa risorsa, generando anche possibilità occupazionali. A tale scopo serve realizzare impianti della filiera del riciclo con le migliori tecnologie disponibili La Calabria è ad un punto di svolta: cerchiamo per una volta di andare nella direzione giusta». Le conclusioni del forum sono state affidate al presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, secondo il quale «la Calabria diventerà una regione davvero europea se estenderà la raccolta differenziata domiciliare in tutti i comuni inadempienti a partire dai capoluoghi e se realizzerà in ogni provincia impianti industriali per riciclare i rifiuti, a partire da quelli che producono biometano e compost di qualità dall’organico differenziata. Serve anche una legge regionale sul modello dell’Emilia Romagna per far pagare ai Comuni un’ecotassa in discarica in base alla produzione procapite di rifiuti indifferenziati a smaltimento e alle utenze domestiche o produttive secondo quanti rifiuti producono con il sistema della tariffazione puntuale. Queste sono le sfide che la prossima amministrazione regionale dovrà vincere. Noi saremo vigili nel denunciare inadempienze e attivi nel fare proposte concrete come nella tradizione della nostra associazione». |