«Il quadro delineato dai dati pubblicati in questi ultimi giorni dall’Osservatorio statistico INPS sugli ammortizzatori sociali è impietoso. In tutto il Paese – afferma il segretario dell’UST Cisl di Cosenza, Giuseppe lavia – da aprile a dicembre 2020, sono state autorizzate oltre 4 miliardi di ore di ammortizzatori sociali con causale emergenza sanitaria Covid”. “In Calabria, nel solo dicembre 2020, tra Cassa Integrazione Guadagni (CIG) e Fondo d’Integrazione Salariale (FIS) sono state autorizzate 5,6 milioni di ore di ammortizzatori. In tutto il 2020, quasi 34 milioni di ore di CIG; nel 2019 erano state 3.290.000. Le ore di FIS autorizzate in Calabria nel 2020 sono state 17,5 milioni; nel 2019 erano state circa 265.000″. “In provincia di Cosenza si contano 12.218.000 ore autorizzate di CIG nel 2020; nel 2019 erano state circa 772.000. Dietro questi numeri si coglie per i prossimi mesi, sul piano dell’occupazione, la reale dimensione del rischio di un’ecatombe che occorre evitare a tutti i costi, rafforzando il sostegno a lavoro e imprese, come è stato chiesto al Governo dai sindacati confederali. In altre cifre fornite dall’Inps – evidenzia lavia – si colgono ulteriori aspetti del disagio sociale nel nostro territorio”.“In base ai dati dell’Osservatorio sul Reddito di Cittadinanza, in Calabria i nuclei familiari beneficiari di almeno una mensilità di RDC salgono dai 66.836 del 2019 ai 92.998 del 2020, con un importo medio di 550 euro e un coinvolgimento nel 2020 di 231.000 persone; nel 2019 erano state 176.000. Nella provincia di Cosenza nel 2019 erano 23.700 i nuclei familiari che avevano percepito almeno una mensilità di RDC, per circa 60.000 persone coinvolte. Nel 2020 il numero è salito a 33.000 nuclei, interessando oltre 78.000 persone. Il Reddito di emergenza ha coinvolto in Calabria oltre 23.000 nuclei familiari, di cui quasi 9.000 nella provincia di Cosenza”.“Questi numeri sono solo la punta di un iceberg sotto il quale – prosegue lavia – c’è una situazione sociale drammatica che necessita di interventi urgenti. Occorre sbloccare le risorse ferme e gli investimenti, aprire i cantieri, accelerare l’utilizzo dei fondi comunitari. Non c’è tempo da perdere. Nel ciclo di programmazione 2014-2020, ci sono complessivamente per la Calabria 8,7 miliardi di euro, di cui 4 miliardi per le infrastrutture; sono previsti 2027 progetti, di cui 1625 in corso. I progetti portati a termine sono 38; quelli non avviati 351; quelli in fase iniziale 500. Per la provincia di Cosenza, troviamo, nel ciclo di programmazione 2014-2020, 560 progetti relativi alle infrastrutture. Soltanto 10 sono i progetti conclusi; 433 quelli in corso; 115 quelli non avviati, di cui 62 sull’Ambiente”. “C’è poi il gravissimo ritardo sui progetti del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione su cui riflettere ed intervenire, perché su 280 progetti, 95 non sono stati avviati. Occorre affrontare il problema con determinazione. C’è, infatti, un lungo elenco di opere non avviate, finanziate con il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, che hanno come soggetto programmatore la Regione Calabria e come destinatari i Comuni”. “Alcuni esempi: 5,6 milioni per la depurazione a Bisignano; 3,8 a Roggiano; 3 milioni a Lattarico; 2 milioni per Luzzi; 2,2 per San Demetrio Corone. 5 milioni per la bonifica di una ex discarica a Rende. Per fronteggiare l’emergenza – conclude il segretario – bisogna programmare la ripartenza. È il compito che attende il nuovo Governo regionale, che dovrà essere all’altezza della sfida”. |