In questi ultimi mesi la Calabria ha dovuto subire innumerevoli umiliazioni da parte delle istituzioni nazionali e regionali. L’esplosione dell’emergenza sanitaria ha reso evidenti le gravi carenze organizzative del nostro sistema sanitario regionale, date da una gestione criminale della cosa pubblica e dal decennale taglio delle Risorse umane e strutturali. Questa situazione porta la firma di tutti i partiti di centro destra e centro sinistra che si sono susseguiti negli anni e ognuno con le proprie clientele ha contribuito al saccheggio della nostra regione, costringendo migliaia di calabresi ad emigrare per cercare cure e lavoro. L’unica vera novità siamo stati noi calabresi, che con coraggio e determinazione siamo scesi in piazza dal Pollino allo Stretto, facendo emergere una forte volontà di cambiamento, in contrapposizione al imperante rassegnazione che fa tanto comodo alla classe politica locale. La nostra richiesta è stata e continua ad essere chiara e categorica: garantire il diritto ad una sanità pubblica efficiente e accessibile a tutte e tutti. Occorre spezzare la connivenza tra politica e sistema sanitario privato, che da sempre garantisce la sopravvivenza di una sedicente classe dirigente intollerabile. I nomi e i cognomi di chi ha affamato la nostra terra, noi li abbiamo gridati in quelle piazze, perché non accettiamo più di dover essere costretti a partire per cercare lavoro o per curarci. Ancora oggi le mobilitazioni proseguono: l’ospedale di Cariati è al secondo mese di occupazione. A fronte di tutto questo, la risposta istituzionale resta inadeguata: è cambiata la governance sanitaria, ma non il sistema di interessi a cui deve sottostare. In occasione della ribalta mediatica nazionale, infatti, la politica locale e nazionale ha adottato la storica strategia dello scarica barile, arrivando ad affermare tutto e il contrario di tutto. Molti politici di diverse fazioni hanno rinnegato di essere coinvolti in prima persona o per appartenenza partitica allo smantellamento del Sistema Sanitario Regionale, provando a prenderci in giro per l’ennesima volta. Lo sciacallaggio politico al quale abbiamo assistito non è che l’assaggio di ciò che saremo costretti ad ascoltare nei prossimi mesi di campagna elettorale. Ad oggi l’emergenza sanitaria non sembra arrestarsi, il piano di vaccinazione viene attuato con estrema difficoltà e non c’è stata alcuna novità significativa sul turnover del personale sanitario. La riorganizzazione della rete ospedaliera e l’attivazione dei presidi territoriali delle ASP, nonostante siano assolute priorità, sono fuori dal dibattito pubblico e dall’agenda di politici e commissari e pagarne i danni, primi fra tutti, sono i pazienti con patologie croniche e acute. Gli sforzi del centro destra e del centro sinistra, durante queste settimane drammatiche per la Calabria, si sono concentrati sui toto-nomi e sugli accordi propedeutici al prossimo voto, dimostrando una distanza siderale dalla nostra drammatica realtà. All’interno del dibattito elettorale, infatti, nessuno ha avuto il coraggio di assumere posizioni scomode, che potrebbero scontentare i signori della sanità privata, i quali da sempre finanziano e determinano le campagne elettorali di destra e sinistra. La priorità è quella di ricostruire sin da ora il sistema sanitario regionale per garantire al più presto la tutela della salute di chi vive questa terra, perché si tratta a tutti gli effetti di una questione di vita o di morte. Chiunque da destra a sinistra anteponga a queste priorità la competizione elettorale è irresponsabile e fuori dalla realtà ed è per questo che senza una concreta riorganizzazione della rete ospedaliera, che veda la riapertura degli ospedali chiusi, nuove assunzioni di personale e una medicina territoriale funzionante, è inutile parlare di elezioni.
Calabresi In Mobilitazione Per La Sanità Pubblica.
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