«IN QUESTE ULTIME SETTIMANE ABBIAMO PARTECIPATO A DISTANZA, INSIEME AL PROFESSORE ANTONIO NICASO, A DECINE DI DIBATTITI CON ASSOCIAZIONI PER EVIDENZIARE CHE LE ORGANIZZAZIONI MAFIOSE SONO PRONTE NON SOLO A METTERE LE MANI A LIVELLO INTERNAZIONALE SUL RECO
Lo ha detto oggi il Procuratore di Catanzaro
mercoledì 6 gennaio 2021 20:11
 
«In queste ultime settimane abbiamo partecipato a distanza, insieme al professore Antonio Nicaso, a decine di dibattiti con associazioni per evidenziare che le organizzazioni mafiose sono pronte non solo a mettere le mani a livello internazionale sul Reco

«In queste ultime settimane abbiamo partecipato a distanza, insieme al professore Antonio Nicaso, a decine di dibattiti con associazioni per evidenziare che le organizzazioni mafiose sono pronte non solo a mettere le mani a livello internazionale sul Recovery Fund, ma potrebbero anche gestire il redditizio mercato dei falsi medicinali o falsi vaccini anticovid». Lo ha detto all’Agi il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, rispondendo alle domande sul quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso presentato oggi.
«Con il Recovery fund – ha ribadito il procuratore capo di Catanzaro – sono in arrivo tante risorse e la storia ci insegna che le mafie sono dove c’è da gestire denaro e potere. Quindi bisogna prestare attenzione e, allora, anziché andare dopo, a singhiozzo, a fare indagini, è meglio fare i controlli prima e noi ci dedichiamo a cose più importanti».
Secondo il procuratore occorre mettere in campo un’azione di prevenzione, considerato anche che «le mafie arrivano sempre prima perché sono quelli che stanno sul territorio, che il capo mafia considera casa sua». Dal punto di vista sociale, Gratteri ha spiegato: «Durante il primo vero lockdown, quando la gente era davvero barricata in casa, mentre si discuteva il modo di come aiutare le famiglie, avevo proposto di inviare gli elenchi delle persone a cui venivano assegnati i fondi di sostegno alle Prefetture per avviare una verifica preventiva sui destinatari. Molti sindaci mi hanno assalito, dicendo che volevo militarizzare la Calabria e inserirmi nella gestione politico amministrativa. Io, invece, pensavo che se fossi stato sindaco avrei tirato un sospiro di sollievo se avessi avuto una collaborazione simile. Alla fine, comunque, non se n’è fatto nulla. Mandare soldi a pioggia – ha sottolineato Nicola Gratteri – non serve e, soprattutto, bisogna agire in maniera preventiva e non andare dopo a controllare chi aveva diritto e chi no. Una volta dati i soldi, figuriamoci se poi il malavi

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