Indipendentemente dal colore e dallo schieramento politico, vi è un dovere morale da parte dei partiti, tutti, di difendere la democrazia di un paese, evitando così che ipotesi di accuse giudiziarie possano incidere sulla vita di una persona e minare la propria carriera politica. L’Italia purtroppo è diventata una repubblica giustizialista, laddove per la propria storia e cultura è stata fino a qualche decennio fa la patria del garantismo civile. L’assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste” dell’ex governatore Mario Oliverio, è la prova che qualcosa non va e non è il primo caso tra esponenti politici, di un abbaglio giudiziario con relativi danni incalcolabili alla persona. Sicuramente il caso Oliverio ci ha toccato più da vicino in quanto calabrese, ma senza nulla togliere a tutti i gli altri politici perseguitati, la vicenda giudiziaria dell’ex governatore può rappresentare, in questo particolare momento, l’inizio di una nuova fase, ovvero l’autonomia del potere politico su quello giudiziario. La Calabria può essere protagonista di questo atteso cambiamento e le elezioni regionali di aprile possono rappresentare l’occasione per ridare dignità politica a chi ingiustamente è stata tolta. I partiti di sinistra devono obbligatoriamente mettere da parte l’opportunismo e all’unanimità indicare Mario Oliverio quale candidato Presidente, riconoscendo così l’errore commesso lo scorso anno di aver ostacolato la riconferma del governatore uscente, ritenuto incandidabile per la vicenda per la quale è stato assolto, nonostante la carenza dei “gravi indizi di colpevolezza” come da pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che revocò la misura dell’obbligo di dimora. La candidatura di Mario Oliverio a Presidente della Regione Calabria, rappresenterà il riscatto della buona politica, quella che ha come finalità la difesa della democrazia ed il rispetto dell’uomo.
Avv. Carlo Salvo
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