Ventuno persone sono state arrestate questa mattina dai militari del comando provinciale di Cosenza e dai colleghi del Ros, nel corso di un’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro e ribattezzata “overture”. Si tratta di due gruppi criminali dediti ad attività di estorsione, anche attraverso l’utilizzo di reati contro il patrimonio e la persona, ma anche al traffico e allo spaccio di droga. Nel corso del blitz, eseguito nella notte anche con l’ausilio degli elicotteri dei carabinieri, durante le perquisizioni sono state anche rinvenute armi, tra cui un kalashnikov e 8 pistole con matricola abrasa e relativo munizionamento ed una carabina ad aria compressa. Quasi 200 militari sono stati impegnati nel blitz che ha colpito la storica consorteria mafiosa Perna-Pranno diventata poi Lanzino- Cicero. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al traffico e spaccio di stupefacenti. E ancora detenzione e porto illegale di armi da fuoco, furto, ricettazione, lesioni personali ed estorsione. Un’attività investigativa che ha colpito la criminalità radicata a Cosenza e in particolare, nel popoloso quartiere di San Vito, ed ha consentito di far emergere attività criminali preoccupanti soprattutto le estorsioni. I dettagli del blitz ‘overture‘ I lavori all’Annunziata e lo spaccio di droga Le indagini hanno consentito di documentare la riorganizzazione territoriale del sodalizio mafioso e accertare l’operatività del gruppo nel capoluogo bruzio a seguito della scarcerazione di Sganga Gianfranco, ritenuto dagli inquirenti al vertice del sodalizio criminale. In particolare sono stati accertati tre episodi estorsivi in danno ad altrettante imprese esecutrici di lavori di ampliamento dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, dell’ammodernamento degli impianti di illuminazione del campus dell’Unical di Rende e delle opere di restauro del convento di San Francesco di Paola, a Spezzano della Sila. Le aziende sono state anche vittime di atti intimidatori.
Secondo quanto riferito dagli inquirenti il gruppo criminale operava un rigido controllo del territorio attraverso furti ai danni di esercenti commerciali della zona, ed episodi di minacce e aggressione tra cui quella ad un dipendente delle Ferrovie della Calabria, “colpevole” di atteggiamento poco tolleranti rispetto a condotte illecite di alcuni dei suoi colleghi, i quali avrebbero poi richiesto la “protezione” del clan. Le investigazioni hanno poi consentito di individuare un’altra organizzazione criminale legata da vincoli di parentela con la famiglia Perna, dedita soprattutto allo spaccio di droga attraverso una fitta rete di pusher.
NOMI In carcere sono finiti:
Alfonsino Falbo, 50 anni (Cosenza) Massimo Imbrogno, 58 anni (Cosenza) Riccardo Gaglianese 27 anni (Cosenza) Gaetano Bartone 39 anni di Rende Sergio Raimondo 46 anni (Cosenza) Gianfranco Fusaro, 44 anni di Acri Francesco Crupillo 35 anni (Cosenza) Pietro Mazzei di Rende 47 anni (Cosenza) Gianfranco Sganga 47 anni (Cosenza) Emanuele Apuzzo 36 anni (Cosenza) Ottavio Mignolo 56 anni (Cosenza) Carmine Lio di Mendicino 48 anni (Cosenza)
Ai domiciliari sono stati assegnati:
Giuseppina Carbone, 57 anni (Cosenza) Manuel Forte 31 anni di Castrolibero
Obbligo di dimora per:
Egidio Cipolla 26 anni di Castrolibero Alfredo Fusaro di 54 anni (Cosenza) Cesare Quarta 28 anni di Castrolibero William Castiglia 33 anni (Cosenza) Antonio Lucà 28 (Cosenza) Vittorio Imbrogno 29 (Cosenza) |