«Quella per la riapertura dell’ospedale di Cariati è una battaglia giusta. Non si possono lasciare i cittadini di un territorio, già di per sé carico di disagi e depauperato di qualsiasi servizio, senza il sacrosanto diritto alla salute. Bisognerà lavorare con costanza e perseveranza per rimediare ad un palese errore del passato ma che è stato perseverato, a mio avviso in modo colpevole, anche negli ultimi anni di gestione regionale. Certo, non è facile “restituire” dopo che è stato “sottratto” ma dobbiamo provarci in tutti i modi. Soprattutto ora dopo un’ondata pandemica che ha messo a dura prova il sistema sanitario del Paese e che ci ha insegnato – almeno si spera – che i tagli alla spesa possono essere operati in ogni settore tranne che sulla salute e il welfare». È quanto afferma il presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, che proprio ieri (mercoledì 10 giugno), insieme al Dott. Gianfranco Calderaro, funzionario del dipartimento della Salute delegato dal Commissario ad acta Gen. Saverio Cotticelli per verificare le condizioni strutturali dell’ex ospedale “Vittorio Cosentino“ di Cariati, ha effettuato un sopralluogo nel nosocomio. «Quella di Cariati – aggiunge Graziano – è una struttura persa dove ci sono tanti spazi ma soprattutto tante strumentazioni e posti letto inutilizzati. Lottare per riaffermare il diritto alla salute nell’area del basso jonio cosentino e dell’alto crotonese credo sia una prerogativa sacrosanta dei cittadini ed in questo senso sono condivisibili le pressioni che orami da tempo stanno facendo sulle istituzioni regionali sia gli amministratori di Cariati e del territorio sia i comitati civici. Innanzitutto bisognerà attivarsi per rendere immediatamente operativi i servizi che sono presenti all’interno dell’ex ospedale “Cosentino” facendo in modo che gli utenti possano trovare risposte immediate nelle condizioni di emergenza sanitaria e possano accedere a tutti i servizi ambulatoriali previsti». E a proposito di servizi ambulatoriali Graziano torna a denunciare come, ancora oggi, a distanza di quasi un mese dalla loro riattivazione, i servizi sanitari pubblici nel territorio dell’Asp di Cosenza non sono operativi. «È davvero curioso ed irritante – precisa il presidente dell’UDC - il fatto che i cittadini per avere un consulto medico o accedere ad analisi cliniche debbano rivolgersi agli studi privati. Probabilmente l’Asp di Cosenza è l’unica azienda sanitaria in Italia a non aver ancora riattivato le visite ambulatoriali intramoenia. Al contrario, però, sono autorizzati in convenzione gli studi privati per le visite extramoenia. E questo significa maggiore esborso di denaro per le casse della sanità per servizi che si potrebbero tranquillamente erogare – conclude - attraverso gli ospedali e, appunto, gli ambulatori pubblici».
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