Abbiamo appreso della volontà, palesata durante una riunione dell’AIC (Autorità Idrica della Calabria) nella sede regionale, di voler tracciare un percorso per arrivare a costituire, per la gestione delle risorse idriche calabre, “una società di gestione completamente pubblica”. Ci rallegriamo per questa scelta, augurandoci che sia veramente portata con determinazione a termine. Quello che ci preoccupa, e non poco, in realtà sono le motivazioni con cui il Presidente Manna ha deciso di rendere nota tale volontà, presentandola quasi come una brutta e triste scelta obbligata, dettata da una sorta di situazione emergenziale e di crisi in cui versa tale settore in Calabria, e prospettandola come facilmente revocabile in tempi brevi anche alla luce di tutta una serie di elencate difficoltà finanziarie, logistiche e gestionali che condizionano tale settore. Il tutto farcito da un generico riferimento al rispetto della volontà popolare dei cittadini espressa nel referendum del 2011 (ci tocca ribadirlo: furono la maggioranza assoluta, quasi ottocentomila, i calabresi che si espressero per l’Acqua Pubblica) e condito da vaghi riferimenti al problema del cambiamento climatico. Di fronte a questo, sentiamo la necessità di ribaltare la causa delle difficoltà gestionali, dovute esclusivamente: allo spreco di risorse pubbliche, per cui la SO.RI.CAL è stata trasformata in un carrozzone clientelare su cui tutti hanno lucrato e che spesso è incappata in indagini della Magistratura; ai mancati e cospicui investimenti inziali mai effettuati da parte del gestore privato Veolia; ai continui esborsi finanziari cui la stessa società è vincolata anche per le somme dovute a Depfka bank. Perciò siamo molto preoccupati, sia perché dopo anni di scorribande ancora non si riesce a mettere la parola fine a quest’abominio vergognoso beffardamente chiamato “SORICAL S.P.A. IN LIQUIDAZIONE”, sia perché, alla luce di quanto già avvenuto con altre aziende, temiamo la possibilità di una breve fase di passaggio alla gestione pubblica, giusto il tempo di socializzare le perdite facendole ricadere a carico delle tasche dei cittadini, per poi poter tranquillamente regalare l’ambito boccone a qualche famelico prenditore privato. Nella difficile fase recessiva che stiamo tutti vivendo, in cui le difficoltà economiche post-pandemiche si sommano alla maggiore necessità di uso delle risorse idriche per motivi igienici e sanitari ed anche per prevenire la diffusione del contagio di malattie virali, non possiamo permetterci di non avere un servizio idrico efficiente né, tantomeno, di mantenere in piedi carrozzoni su cui continuare a far salire i parassiti di turno ed i trombati della politica. L’acqua è un bene comune la cui fruizione va garantita a tutti, senza dispensare guadagni a chicchessia, e le criticità create negli anni da sprovveduti decisori non possono ne devono pesare sui cittadini, sulla loro salute e sulla loro vita.
Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”
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