Dopo le critiche piovute da ogni latitudine, dopo che il caso è salito ai disonori della cronaca nazionale, dopo l’annuncio di almeno tre iniziative legislative per metterci una pezza, arriva dal consiglio regionale l’ufficialità: il caso vitalizi sarà risolto alla prima occasione utile. «La conferenza dei capigruppo – si legge in una nota – si riunirà giovedì prossimo, 4 giugno, alle 12, per decidere la convocazione del Consiglio regionale e per concordare la procedura di cancellazione della norma sull’ammissione alla contribuzione volontaria e al conseguente beneficio della “indennità differita” dei Consiglieri regionali la cui elezione è stata annullata». Riepilogo: con un blitz, in 120 secondi e senza alcuna discussione in aula, l’assemblea di Palazzo Campanella ha votato all’unanimità una leggina che dà la possibilità di ottenere un’indennità a vita anche ai consiglieri regionali “disarcionati” da eventuali ricorsi. L’unica condizione è che paghino per conto loro i contributi. In teoria, si può decadere anche dopo un giorno: versando i (quasi) cinque anni residui si ottiene il diritto al bonus. Che non è stratosferico ma comunque rappresenta un privilegio che appare insopportabile, specie in tempi di ristrettezze come questi. La nota del consiglio regionale, tra l’altro, sottolinea una questione finora mai emersa. E cioè che «tale norma (quella votata il 26 maggio, ndr) non è in linea con quanto stabilito nel 2019 nelle intese della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni italiane». È la conferma che si è trattato di un blitz, visto che non c’era da allinearsi ad alcuna decisione sovraordinata. Si tratta, a questo punto, di capire cosa sia accaduto e chi abbia spinto per inserire il codicillo, illustrato (si fa per dire, con un «s’illustra da sé») da Giuseppe Graziano, all’ordine del giorno. La nota diffusa nel primo pomeriggio promette, in questo senso, di fare chiarezza: «La discussione in Consiglio regionale sarà l’occasione giusta per un’operazione-verità sulla materia e per fare chiarezza sull’applicazione della legge numero 13 del 2019 che ha segnato una forte e netta discontinuità con il passato». Di sicuro chiede chiarezza Pippo Callipo, che pensa di essere stato preso in giro: «Ho apposto la mia firma, dopo quella di altri sette capigruppo di maggioranza e di minoranza, su una proposta di legge che “non comporta maggiori o nuovi oneri a carico del bilancio regionale”». In effetti l’intervento sui vitalizi (anche se non si trova un consigliere regionale che sia disposto a chiamarli così) è stato presentato come un ritocco senza spese per le casse pubbliche. Nella proposta di legge compare la formula «dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente Legge non discendono nuovi o maggiori oneri per il Bilancio regionale». Il cavillo stare proprio qui. È infatti normale che al momento la modifica non ha bisogno di stanziamenti aggiuntivi, perché non si sono annullamenti in corso. Il problema è la prospettiva. Basterebbe un singolo consigliere decaduto per un ricorso, che scelga di versare i contributi, per generare un peso “vitalizio” sul bilancio di Palazzo Campanella. Quanto? Per cinque anni si verserebbero circa 38mila euro di contributi e la “pensione” sarebbe di circa 600 euro al mese, da riscuotere dopo i 65 anni. Cioè 7.200 euro all’anno. E 72mila dopo i primi dieci anni a fronte dei 38mila versati di contributi. Un ottimo investimento. |