Abbiamo aspettato un giorno prima di commentare quello che ieri è successo a Francavilla Marittima. Abbiamo aspettato perché di parole, proteste, suggerimenti, riflessioni e commenti sul 3° Megalotto, Raspa ne ha fatte tante. E probabilmente non ci sarebbe neanche più niente da dire. Tutto (quasi) l’Alto Ionio, sicuramente tutti i sindaci che per anni hanno finto di voler tutelare il territorio, stanno festeggiando l’inaugurazione di un cantiere. Non di un’opera, di un cantiere. Questa è la logica strisciante e viscida a cui ci hanno abituati. L’opera arriverà chissà quando, se arriverà. Ma la vera conquista è l’inizio dei lavori. Perché tra l’inizio e la fine, non conta quello che ci passa in mezzo. E sotto. Nessuno conosce la visione territoriale di questi sindaci. Nessun sindaco spiega come possa sposarsi il cemento di quest’opera con le famigerate bandiere blu, che sventolano con orgoglio. Continuano a parlare di indotto economico e posti di lavoro. Noi ora ci sediamo e aspettiamo tutto questo boom economico che ci travolgerà. Voi quando vi piegherete a raccogliere le briciole, prendete anche i resti della devastazione e portateveli a casa. Vorremo tanto avere torto ed esserci sbagliati su tutto, dai posti di lavoro (che non ci saranno) alla devastazione ambientale (unica cosa certa). Gli affari saranno per pochi, per quelli che si stanno fregando le mani. Gli affari non riguardano mai la collettività. I danni irreversibili sul territorio invece saranno a carico di tutti. Ma queste cose a voi non interessano. Lo sappiamo. L’importante è che si faccia qualcosa. A qualsiasi costo. A qualsiasi condizione. Anche se quel qualcosa costa UN MILIARDO E QUATTROCENTO MILIONI DI EURO. Anche se quei soldi si sarebbero potuti spendere per altro. Magari per la dignità di una terra saccheggiata e spogliata di tutto. Ma, si sa, per alcuni la dignità si consuma su una strada.
R.A.S.P.A.
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