L’organizzazione dell’allocazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), istituite con la delibera n. 407 del 29 aprile scorso, a firma del Commissario Straordinario dell’ASP dott. Giuseppe Zuccatelli, non ci convince per nulla. Il D.L. 14/2020, recante disposizioni urgenti per il potenziamento del servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza covid-19, ha istituito le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, volte a implementare la gestione dell’emergenza e a garantire l’assistenza a domicilio delle persone che non necessitano di ricovero ospedaliero; si tratta, pertanto, di un ulteriore servizio che il Governo ha voluto istituire per rafforzare, per i prossimi mesi, l’assistenza nei confronti di tutti gli asintomatici o di chi, avendo contratto l’infezione da COVID-19, necessita di un monitoraggio quotidiano; nel contempo, a salvaguardia della collettività, l’istituzione delle USCA prevede che i controlli vengano fatti presso il domicilio dei pazienti, senza perciò che essi debbano recarsi nei presidi sanitari tradizionali. C’è, nella delibera dell’ASP, in virtù della domiciliarità del servizio, una dissonanza che non riusciamo a comprendere: Castrovillari, in quanto sede di ospedale Spoke, nonché città baricentro dell’area del Pollino, non è individuata come destinataria di una delle 11 (undici) USCA istituite nella provincia di Cosenza!! In base alle dimensioni e alla popolazione del territorio al Distretto Esaro/Pollino sono, infatti, destinate 2 (due) USCA; ebbene, la delibera ASP le collocherebbe entrambe a San Marco Argentano, perché, si legge nella citata delibera, il Distretto avrebbe comunicato per Castrovillari la “indisponibilità di locali idonei ad accogliere l’USCA”. L’USCA, per come sarà strutturata, avrà bisogno di spazi idonei alla vestizione/svestizione degli operatori (un medico e un infermiere per ogni turno di lavoro) e dovrà avere un locale per deposito dei DPI, un locale per la gestione dei rifiuti speciali e un locale per l’attività amministrativa. Inoltre, dovrà essere autonoma e scollegata da altre strutture sanitarie, destinate a tutti gli altri servizi. Ebbene, ciò detto, riteniamo assurdo che l’ASP non riesca a individuare locali che abbiano tali caratteristiche nella città del Pollino. Segnaliamo, ad esempio, che esiste un complesso edilizio, di proprietà dell’Azienda Sanitaria, situato nei pressi della caserma dei Vigili del Fuoco di Castrovillari, ad oggi inutilizzato e che potrebbe essere adattato e recuperato al patrimonio aziendale; in ultima analisi e come estrema ratio, riteniamo che anche il CAPT di Lungro possa accogliere l’USCA, adattando alcuni locali della struttura secondo i dettami imposti dalla Legge, ritenendo che Lungro sia logisticamente più centrale per l’intera area del Pollino, rispetto a San Marco Argentano, che, inoltre, avrebbe già una sua USCA. La CGIL Pollino Sibaritide Tirreno, nel rivendicare una diversa organizzazione territoriale delle USCA, ha già chiesto un urgente confronto con il Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria, affinché Castrovillari venga dotata di un importante strumento di implementazione sanitaria e per valutare ogni possibile opzione che possa risultare più baricentrica e funzionale per l’intera area del Pollino.
Giuseppe Guido, segretario generale Cgil Pollino Sibaritide Tirreno
|