È commovente il tentativo ostinato di una certa “intellighenzia” - che negli ultimi anni non ne ha mai azzeccata mezza - di provare a persuadere in tutti i modi questi poveri, ingenui, sprovveduti “grillini” pieni di pregiudizi, che il MES sia improvvisamente diventato “buono”.
Che non sia più il braccio armato di un sistema neo-liberista creato per costringere gli Stati a tagliare strutturalmente la spesa pubblica, ridurre gradualmente il loro margine di intervento e di controllo nell’economia e nella società, privatizzare quel poco che ancora rimane in mano pubblica, smontare decenni di rivendicazioni e conquiste sociali messe nere su bianco da madri e padri costituenti di mezza Europa.
No, cari “grillini”, il MES ora è senza condizioni, offre tanti soldi e li offre subito! Poco male se i trattati internazionali o i regolamenti che ne disciplinano il funzionamento non vengono cambiati di una virgola. A garanzia che non si rivelerà una “trappola” abbiamo nientepopodimenoche una letterina firmata da Gentiloni e Dombrovskis, che dice tutto e il contrario di tutto in dieci righe, dal contenuto così ondivago da dividere opinionisti, economisti ed esegeti di ogni sorta per cercare di coglierne il significato reale. Come fate a non fidarvi? Su, forza, firmate qui, è un vero affare!
Mentre l’opinione pubblica e l’attenzione generale sono distratte da questo surreale dibattito sul pannicello caldo del MES e sulle sue condizionalità, l’establishment europeo dimostra di non avere imparato la lezione impartita dal coronavirus, e di non essere in grado di mettere in discussione il totem dell’austerity e del neo-liberismo. Ancora usano il vocabolario del mondo di prima, e immaginano un futuro in cui si possa liberamente parlare di patto di stabilità, adeguamenti strutturali, sorveglianza rafforzata, rientro del debito e altre amenità senza essere al contempo spazzati via dalla storia.
Pensano dunque che l’Unione Europea possa sopravvivere semplicemente rifacendo il trucco in superficie ad un vecchio sistema economico che non è più adeguato. Che basti un frettoloso e maldestro “maquillage” a strumenti vecchi per passare indenni la bufera del coronavirus, e mantenere o addirittura consolidare le rendite di potere e le posizioni egemoniche di prima.
Ebbene, un umile, scapestrato e ingenuo “grillino” si permette oggi di dire a questi signori che non hanno capito nulla, e che l’Europa tutta è destinata ad affondare se non sarà in grado di cambiare radicalmente paradigma.
Noi dovremmo proprio rifiutarlo sul nascere questo assurdo e insignificante dibattito sul MES. La nostra sfida deve essere quella di cambiare tutto! Se l’Europa vuole sopravvivere deve mandare in pensione l’austerity e il patto di stabilità per almeno un decennio, perché non basteranno certo 6 mesi per tornare a livelli pre-crisi. Servirà una banca centrale degna di questo nome. Serviranno strumenti seri e sinceri di condivisione degli sforzi e dei rischi legati alla ricostruzione. Servirà la possibilità di pianificare investimenti di lungo periodo senza l’assillo o la spinta a fare tagli e adeguamenti strutturali, che magari finirebbero per pesare in primis proprio su quella sanità pubblica che pensiamo ingenuamente di poter potenziare accettando il prestito del MES. È questa la sfida che dobbiamo vincere, è questo il ruolo di cui un Movimento rivoluzionario e visionario come il nostro deve farsi carico in questo momento. Altro che MES più o meno light!
Francesco Forciniti (M5S Camera – Commissione “Affari Costituzionali”)
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