«Mentre Genova dopo meno di due anni si avvia a vincere la sfida della ricostruzione del Ponte crollato con il varo dell’ultima campata – afferma Giuseppe Lavia, Segretario generale dell’UST CISL Cosenza in una nota –, il nostro resta il territorio delle incompiute, dei cantieri che rimangono sulla carta. Simbolo plastico di questi ritardi è l’Ospedale della Sibaritide. Dopo dodici anni dall’avvio delle procedure per la costruzione, cioè dall’O.P.C.M del 31.12.2007, niente altro che qualche camionata di ghiaia chiamata “primo stralcio funzionale” e qualche inaugurazione farlocca. Dal fallimento della Tecnis, fino alla cessione del ramo d’azienda alla D’Agostino, solo ritardi, inconvenienti continui, nonostante la disponibilità dei fondi pari a 145 milioni e un mutuo contratto dalla Regione, che tutti noi calabresi stiamo pagando da oltre un decennio. Il “modello Genova” – prosegue Lavia – è stato fondato sulla nomina del Sindaco quale Commissario, sulle semplificazioni burocratiche, su una valida struttura tecnica commissariale, sulla collaborazione istituzionale, sull’applicazione della direttiva comunitaria in materia di appalti, senza deroga alcuna ai codici antimafia e anticorruzione. E soprattutto su premi di risultato per le strutture coinvolte. Non certo sui commissariamenti che a nulla sono serviti e che nulla hanno prodotto, se non costi ulteriori a carico della sanità calabrese, che resta in un perenne corto circuito istituzionale irrisolto anche in questa emergenza. È necessario, dunque, applicare il “modello Genova” per aprire il cantiere di un’opera fondamentale nel ripensare e rafforzare l’offerta sanitaria territoriale. Un’opera che sarebbe certamente servita per garantire al territorio una sanità migliore e per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Non si può più aspettare: non sono tollerabili ulteriori ritardi imputabili alla burocrazia né tantomeno alla nuova impresa. Commissario e Regione facciano chiarezza definitivamente. Non si possono tenere bloccate risorse importanti. Servono risposte. Altrimenti – conclude il Segretario generale della Cisl provinciale – si dica che abbiamo scherzato. Prenderemmo atto di un nuovo epocale fallimento e dovremmo compiere altre scelte».
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