In questi mesi, a causa del rallentamento in campo economico, industriale e sociale, sono un po’ diminuite le emissioni, ma questa è una pericolosissima constatazione. Non è questo quello che serve, soprattutto sul lungo periodo. Gli esperti associano i cambiamenti climatici a un’aumentata diffusione delle patologie infettive sostenendo che “in un pianeta più caldo, virus, batteri, funghi, parassiti potrebbero trovare condizioni ideali per esplodere, diffondersi, ricombinarsi, con un aumento tanto della stagionalità quanto della diffusione geografica di molte malattie”. Ricercatori e scienziati avvertono che con la ripresa economica potrebbe essere forte il rischio che torni tutto come prima se non diventiamo consapevoli che occorre mettere in campo metodi innovativi e più rispettosi dell’ambiente. Il timore dei ricercatori è confermato dai dati storici: in passato le emissioni inquinanti sono diminuite durante le fasi di recessioni ma poi sono riprese insieme all’economia. Questo effetto rimbalzo dannoso, che rende inutile qualsiasi calo complessivo delle emissioni, si è già verificato in Cina. Tra l’altro c’è il rischio che, in nome della ripresa economica, adesso diventi facile, per quella parte di attori economici resistenti al cambiamento verso un sistema sostenibile, chiedere di allentare la tutela garantita di recente dalla normativa in campo ambientale. Questo non significa che una transizione verso un pianeta sostenibile comporti necessariamente la paralisi economica, il fallimento delle aziende, ma che vanno tenute in considerazione le osservazioni degli esperti nelle nostre scelte, anche economiche. Quanto accaduto in questi mesi può e deve essere pietra miliare nel fare queste scelte: di fronte al terrore della minaccia covid2019, l’economia è passata - con il beneplacito di tutti, operatori economici compresi - in secondo piano rispetto alla nostra salute, avvertito da tutti quale interesse superiore rispetto all’ economia. In quest’ottica, serve un completo ripensamento della nostra relazione con la natura: proteggere la biodiversità, fermare la crisi climatica, frenare la distruzione delle foreste e ridurre il consumo di risorse. Le attività economiche dannose per l’ambiente, vanno fermate subito, ovviamente cominciando a pensare a strumenti che aiutino le aziende e le persone in questa fase di cambiamento. Questa è l’occasione giusta anche per prendere in seria considerazione l’intelligente transizione, di cui tanto si parla da anni, verso produzioni innovative e sostenibili, ricca di opportunità. Essere cittadini attivi quando si parla di “ambiente” significa rispettarlo, essere in grado di contribuire alla salvaguardia dello stesso, non solo con il nostro intervento nelle decisioni collettive, ma anche con i nostri comportamenti privati e pubblici supportati da azioni etiche e da decisioni volte a costruire un mondo sostenibile basato sul rispetto e sull’equilibrio. La diffusione di questi nuovi virus è l’inevitabile risposta della natura all’assalto dell’uomo, un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare voltandoci dall’altra parte. Dobbiamo agire sulle cause della diffusione di nuovi virus, che sono anche ambientali, diversamente saremo costretti a vivere minacciati da un grave rischio potenziale. Questo rischio non riguarda “solo” il Pianeta, stiamo parlando della salute di tutti noi e delle future generazioni.
Rossella palmieri – O.A WWF CALABRIA CITRA Corigliano Rossano Fascia Ionica Sila Greca
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