Fiume Crati, dopo le recenti operazioni giudiziarie che hanno portato alla luce crimini ambientali perpetrati a danno di uno degli affluenti, il torrente Mucone, è necessario attivare tutte le azioni necessarie e tutela e ripristino dell’ecosistema, alterato da un forte tasso di inquinamento. A questo si aggiungano gli interventi sugli argini, promessi dalla precedente giunta regionale e mai completati, soprattutto nell’area di Thurio e Ministalla e del Parco archeologico di Sibari, interessati con frequenza da disastrose inondazioni. La Regione è a lavoro per colmare il gap e per dare un segnale forte di operatività. La Calabria cambia, partendo anche dalla tutela del suo patrimonio ambientale.
È quanto dichiara il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, che a riguardo dello stato di salute del fiume Crati, uno dei più importanti della Calabria, e sulle prossime attività in itinere, programmate per la tutela delle acque, della fauna e della flora del bacino, ha presentato una specifica interrogazione alla Governatrice Jole Santelli.
«Nel pieno della stagione irrigua – dice Graziano – ed in prossimità della stagione estiva è opportuno innalzare i livelli di allerta sulle condizioni salute di uno dei più importanti corsi d’acqua del meridione. Il Crati è una risorsa per la Calabria del nord, per l’agricoltura intensiva della Sibaritide ma anche un sistema delicato per la salubrità del mare Jonio, in cui sfocia. Grazie ad un’operazione condotta dai carabinieri forestali, nei mesi scorsi, è stato bloccato e portato alla luce uno dei tanti crimini ambientali che, purtroppo, quotidianamente si continuano a perpetrare ai danni di questo corso d’acqua. Danni che – precisa il capogruppo UDC - rischiano di influire, in modo irrimediabile, sulla produzione agricola e sul turismo se non si interviene in tempo e se non si creano le giuste misure di controllo e repressione dei reati. A riguardo – ricorda ancora il Consigliere regione - ho fatto mio l’appello di tanti cittadini che continuano a lamentare sversamenti incontrollati di materiali presumibilmente inquinanti lungo il corso del fiume. Materiali e sostanze che inevitabilmente finiscono nei terreni e quindi in mare. Il governo Santelli, per quanto di sua competenza, e nonostante sia alla guida della regione da appena due mesi, pur tra l’emergenza sanitaria in atto, con grande solerzia ha già attivato una serie di interventi che riguarderanno, nei prossimi mesi, proprio la tutela dei fiumi e dei torrenti. Che – ricorda Graziano – continuano a rimanere uno dei punti fragilissimi della nostra regione. Sul Crati, bisognerà lavorare necessariamente per il ripristino dell’ecosistema, alterato da un forte tasso di inquinamento e bisognerà varare un piano di tutela e salvaguardia della fauna e della flora del fiume. Insieme a questo, sarà opportuno, riorganizzare al più presto il sistema di sorveglianza idraulica della Regione Calabria il cui apporto nella fase di difesa e prevenzione sia dai crimini ambientali che dal dissesto idorgeologico potrebbe – conclude - risultare essenziale».
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