Scontro frontale e totale. Lucio Franco Raimondo, sindaco di Torano Castello, a Jole Santelli non le manda a dire. La cittadina della valle del Crati dove si trova la residenza per anziani Villa Torano è l’unica “zona rossa” su tutto il territorio calabrese. E’ un paradosso che nella regione dove si è anticipato di molto il governo nazionale di fatto esista una zona interdetta a tutte le misure, ma tant’è. Raimondo la vede come «una azione punitiva» nei confronti di una città che a parer suo non ha i numeri per essere dichiarata zona rossa. «Sono arrabbiato, lo sono i miei cittadini, ma siamo un paese responsabile e faremo quello che sarà necessario». Il primo cittadino toranese dal suo ufficio parla ai suoi cittadini tramite Facebook. Il blocco mentre tutti assaporano la libertà gli è andato di traverso peggio di un tozzo di pane raffermo da settimane. «Essere responsabili non significa essere presi per dei fessacchiotti – dice -. Questa chiusura è ingiusta e contro ogni logica. Ritengo manifestatamente irragionevole chiudere un paese che potenzialmente non ha nessun caso Covid eccezion fatta per i dipendenti e familiari di operatori sanitari di Villa Torano». Il sindaco non ritiene la città focolaio, al contrario, come ribadito più volte ritiene si debba parlare di focolaio “Villa Totano. «Dei nostri casi il con le ultime due persone che si sono aggiunte nella scorse 24 ore, il 56,73% e riconducibile a Villa Torano. La struttura come successo in altre parti d’Italia non viene Chiusa mentre il comune si». Raimondo confida nell’inchiesta della magistratura. Come anticipato dal Corriere della Calabria, nel registro degli indagati sono finiti il direttore sanitario e il direttore amministrativo della struttura (qui la notizia). Raimondo si dice pronto a far valere le ragioni dei Toranesi in giudizio qualora si apra un dibattimento, ma non è l’unica azione legale che promette. «Il presidente Jole Santelli appone le firme su ordinanze in barba a tutte le previsioni nazionali – dice Raimondo -. Lo fa quando invece c’è bisogno di un periodo per abituare i calabresi a come ci si deve comportare. Una accelerazione che tiene conto dei grandi centri e non dei piccoli come Torano Castello dove le persone non possono andare a lavorare e molte famiglie vivono un disagio indescrivibile. Se dopo il 10 i numeri continueranno ad essere questi, se la zona rossa verrà prolungata noi procederemo con un ricorso amministrativo». Il primo cittadino non si sente trascurato soltanto dai vertici politici ma anche da quelli sanitari. «Siamo chiusi e non abbiamo neanche una corsia preferenziale. Una coppia di suoceri con sei casi positivi come parenti prossimi non ha ancora ricevuto un tampone. Non hanno fatto tampone gli operatori dei supermarket e altri lavoratori che ne hanno bisogno». |