Limitare il servizio di guardia medica a sole 16 ore, significa cancellare con un colpo di spugna i tentativi che sindaci e amministratori di questo territorio, con caparbia, continuano a sperimentare per evitare lo spopolamento dei piccoli centri. Significa privare i cittadini, in verità i pochi rimasti e per la maggior parte anziani, di quel che resta di una sanità che continua a subire, ormai quotidianamente, tagli e scippi. Significa, infine, in una errata logica di riduzione dei costi, ridurre ore e posti di lavoro, e privare un’area intera, degli ultimi presidi sanitari rimasti. È quanto dichiara Ferruccio COLAMARIA, responsabile provinciale U.DI.CON, l’Unione per la Difesa del Consumatore che, sostenendo le preoccupate posizioni dei sindaci del territorio, esprime solidarietà e vicinanza anche al Sindacato dei medici italiani (Smi). L’UDICON si dice contraria al disegno paventato dal coordinatore della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (SISAC) Vincenzo POMO che prevede di ridurre a 16 le ore di servizio della guardia medica, interrompendolo di notte, dalla mezzanotte alle ore 8 del mattino successivo. Con la soppressione della guardia medica – dichiara – agli abitanti dei centri della Sila Greca non rimarrebbe che augurarsi che non accada mai nulla. Sappiamo tutti le difficoltà che si verificherebbero ricorrendo al 118: un servizio di autoambulanza con pochi mezzi e uomini distribuito per un territorio segnato da una viabilità inadeguata; un pronto soccorso distante e insufficiente a dare risposte all’utenza.
(Fonte Montesanto Sas Comunicazione & Lobbying). |