Presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto e di Terranostra Adriana Tamburi segnalano alla Regione Calabria l’illegittimità della tassa sugli agriturismi che “non trova alcun riscontro nella normativa e non si possono utilizzare leggi riguardanti altri settori per operare illegittime interpretazioni estensive in spregio di ogni disposizione legislativa”. La Regione – aggiungono – deve procedere ad annullare la tassa, mettendo termine ad una situazione divenuta ormai intollerabile, che vede le aziende agrituristiche in forte difficoltà per la chiusura forzata a causa del Covid-19 e con tutte le prenotazioni annullate. Fino ad ora – proseguono - nulla sono valsi i tentativi di far desistere il Dipartimento Bilancio Settore Tributi della Regione Calabria dalla volontà di tassare categorie che ne sono escluse. In nessuna parte del d.lgs. 230/91, né in alcuna delle Leggi della Regione Calabria, è richiamata la concessione regionale per l’esercizio dell’agriturismo che, si ribadisce, è attività agricola. Ebbene, se il legislatore avesse voluto assimilare gli agriturismi agli alberghi, o ad altre categorie, lo avrebbe esplicitato chiaramente, invece ha previsto la tassazione solo ed esclusivamente per talune categorie e non per gli agriturismi. Difatti, in assenza di alcun provvedimento, si continua ad applicare una tassazione sulla scorta di una mera prassi orale, che colpisce gli operatori agrituristici. Per di più, dallo stesso portale della Regione Calabria, nella pagina dedicata alla tassa di concessione regionale, non sono contemplati gli agriturismi. Questa è un’operazione ermeneutica che esorbita dalle competenze del Dipartimento, che troverebbe giustificazione a parere dello stesso nell’autorizzazione igienico-sanitaria, di spettanza comunque comunale, confondendo l’autorizzazione con la concessione. L’agriturismo è subordinato ad un atto che consente a chi è iscritto nell’elenco degli operatori di esercitare la prerogative proprie di una posizione soggettiva già legittimamente riconosciuta, differenziandosi dalla concessione che è, invece, un atto della pubblica amministrazione rivolto a costituire diritti nuovi, senza contare poi che gli agriturismi rappresentano attività connesse e complementari all’attività agricola. Inoltre, le attività agrituristiche, sono conseguenti all’abilitazione determinata dall’iscrizione nell’elenco di cui alla Legge regionale n. 22 del 1988, modificata dalla Legge regionale 14 del 2009, che non subordina il rilascio della concessione regionale da sottoporre a tassazione in sede di emissione o in sede di rinnovo annuale. Oltre al danno c’è la beffa: gli agricoltori -- chiariscono - per far annullare la tassa, sono costretti ad impugnare gli avvisi di accertamento contenenti pesanti sanzioni dinanzi alle commissioni tributarie, ciò colpisce ancora di più il settore, spesso costituito da giovani, minando così da una parte la multifunzionalità rappresentata dagli agriturismi e dall’altra la valorizzazione e distintività del cibo e del territorio. “ E’ arrivato il momento di far cessare questa interpretazione – affermano Aceto e Tamburi – con una presa di posizione coerente della Regione che deve puntare sul sostegno pieno, di un settore importantissimo in termini strategici ed occupazionali per la Calabria.
Ufficio Stampa Coldiretti Calabria
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