«I conti non tornano. Il caso della rsa Villa Torano è diventato l’emblema di una dirigenza pubblica informe, divisa, insensibile: della Calabria in asfissia per irresponsabilità, assenze politiche, anarchismo ed equilibri di palazzo». A dichiararlo è il deputato del Movimento 5 stelle, Francesco Sapia. «Siamo in emergenza: tremenda, totale, evidente quanto incompresa nelle sale di comando. Il Covid uccide anziani, uomini e donne più giovani; contagia senza discriminare, colpisce il bene più prezioso che è la salute; distrugge risparmi, economie, affetti, speranze. Nel contempo l’epidemia rivela la fragilità, la vuotezza del sistema regionale: dai piani alti alla Protezione civile, dal dipartimento Tutela della salute ai commissari alla Sanità, dalla burocrazia locale sino a quella “romana”». Secondo Sapia: «Il virus è arrivato in una regione già compromessa, vittima della ‘ndrangheta, di un vampirismo amministrativo permanente, della miopia e dell’incoscienza politiche che l’accompagnano a mo’ di saprofiti. Questo nemico invisibile e mutante è giunto in Calabria con l’angoscia della disperazione e si è esteso, specie nelle case di riposo, nella debolezza di un tessuto istituzionale ormai in cancrena, coperto da un silenzio diffuso e pervasivo, a tratti spezzato da parole scomposte, contraddittorie, urtanti e assieme evanescenti. Come quelle della presidentessa Jole Santelli, che al pari del predecessore Mario Oliverio aveva promesso discontinuità e cambiamento, salvo poi, promuovere un taumaturgico Fortunato Varone e, con provvedimento illegittimo d’origine incontrollata, mantenere ai loro posti i soliti Ennio Apicella, Antonio Belcastro e affini, tra gli artefici dello stato degli uffici, dei servizi e dei livelli regionali. Le parole contano sempre – sottolinea – hanno un peso specifico e sovente effetti di rilievo: confermano o cancellano la sfiducia dei cittadini verso gli organismi di governo della cosa pubblica. A riguardo dovrebbe riflettere il commissario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, che sulla vicenda dei tamponi a Villa Torano ha fornito versioni differenti, da ultimo precisando di non conoscere il patron Claudio Parente, di non averlo indicato come l’uomo che dialogava con i virologi e lasciando intuire d’essere stato frainteso sul racconto fornito alla stampa. Bastano queste giustificazioni come dispositivo di protezione individuale?» Da qui la richiesta al commissario Zuccatelli affinché ci sia chiarezza «e non prove di forza o di potere come il suo rifiuto di seguire le linee vigenti sull’organizzazione degli ospedali Covid». Inoltre, aggiunge, «serve concretezza, coerenza, rispetto ai mandati pubblici. Zuccatelli, lei doveva realizzare l’integrazione tra l’ospedale e il policlinico universitario di Catanzaro, di cui al momento non esiste traccia. Avrà perso tempo lungo la via del Nord o sulla strada per Cosenza? Comunque i gravami di lavoro non le hanno impedito di affidare, proprio in questa fase di carenze e carestia, incarichi prezzolati a figure della scuderia Agenas, di cui il suo superiore, Saverio Cotticelli, immagino avrà sentito dire al parlamento della Cittadella. Così, mentre gli anziani e i dipendenti di Villa Torano sono costretti a rischiare o subire l’insostenibile leggerezza del sistema regionale, mentre Cotticelli e la sua vice hanno scelto di rinunciare alla gestione dell’emergenza sanitaria, che per legge spetta a loro, di là dai commenti social e dalla paralisi indotta nei luoghi della sanità nostrana, la Calabria tace religiosamente». |