Si tratta di una decisione presa poiché pochissime regioni, e tutte del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto) avevano avviato un iter legislativo specifico. Già un’attivista calabrese, la dottoressa Rosella Cerra, aveva sollevato a marzo la necessità di un rinvio del termine di scadenza precedentemente fissato proprio a fine marzo dopo un confronto con alcuni politici e amministratori poiché aveva riscontrato un vero e proprio un vuoto informativo che necessitava di una maggiore riflessione e confronto con altre regioni che invece hanno avviato l’iter già da tempo. L’invito era rivolto direttamente alla governatrice Jole Santelli affinché chiedesse ella stessa un rinvio della data di scadenza fissata lo scorso anno dal DL “Semplificazioni” al 31 marzo 2020. Ma, intanto, il lavoro del M5S è continuato presentato un emendamento al Decreto Cura Italia (n.125.0.8) per chiedere la necessaria proroga visto che la mobilitazione dei Consigli regionali per l’emergenza Covid-19, in questo momento, non avrebbe permetterebbe loro di legiferare con la dovuta accortezza.
Accolto l’emendamento, dunque, la data di scadenza slitta al 31 ottobre 2020. Nello specifico, questa forma di regionalizzazione è prevista nel DL n. 135 del febbraio 2019, il “Decreto Semplificazioni” che, all’articolo 11-quarter, prevedeva che: «Alle regioni è demandata la disciplina con legge, entro il 13 febbraio 2020 e comunque non oltre il 31 marzo 2020, delle modalità e delle procedure di assegnazione. (…) Nelle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico, le regioni possono disporre con legge l’obbligo per i concessionari di fornire annualmente e gratuitamente alle stesse regioni 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, per almeno il 50 per cento destinata a servizi pubblici e categorie di utenti dei territori provinciali interessati dalle derivazioni».
Così come in precedenza già fatto dalla dottoressa Rosella Cerra, giro anche io la mia richiesta alla Regione Calabria per conoscere lo stato della pratica. Con lei sapevamo che il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie aveva già avviato la richiesta di ricognizione sullo stadio di avanzamento delle iniziative legislative intraprese dalle regioni, le quali avrebbero dovuto riferire in merito entro la fine del mese di febbraio, tramite il Coordinamento tecnico interregionale competente in materia di energia. Alcune regioni del Nord hanno già presentato le proprie proposte pubblicate sui loro siti istituzionali. Ora più che interessante, soprattutto, è utile conoscere la posizione della nostra Regione anche in merito anche al fattore “Omega”, previsto in regime di salvaguardia, che pone una tassa sull’elettricità per i comuni della Calabria già in difficoltà di pagamento che è circa quattro volte quella che paga un comune della Lombardia nella stessa condizione di morosità. In Calabria intanto aumentato le richieste e le concessioni di derivazione di acqua per la costruzione di centrali idroelettriche. Ultime concessioni in ordine di tempo sono pubblicate il 30 marzo 2020 sul Burc Calabria relative a tre concessione di piccola derivazione di acque pubbliche superficiali dal Fiume Soleo, in Agro del Comune di Petilia Policastro (KR), ad uso idroelettrico, per tre società del luogo, per la produzione di energia della potenza nominale media totale di 422,95 kW. In progetto c’è anche la centrale idroelettrica nella Valle del Trionto, la più grande della Calabria, con un investimento da 32 milioni ed una produzione di 40 megawatt. Insomma è un tema importante e determinante per la nostra Regione, ed ora abbiamo il tempo di approfondire e avviare una discussione che sia ampia e condivisa. Un’opportunità, questa offerta dalla regionalizzazione delle opere idroelettriche, che anche la Calabria deve cogliere per risparmiare sui costi dell’energia elettrica lavorando tutti insieme per rivedere anche la normativa sul regime di salvaguarda e il fattore “Omega”
Rosa Silvana Abate (M5S Senato – Commissione Agricoltura)
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