La Fp-Cgil Pollino-Tirreno-Sibari con una lettera inviata al Commissario Straordinario dell’Asp/Cs, Giuseppe Zuccatelli, contesta e rigetta la disposizione del primo aprile scorso con la quale l’Azienda ha disposto che “… nelle attività ordinarie e/o di emergenza/urgenza, in particolare nelle attività del 118, che non prevedono esposizione a casi sospetti/accertati COVID-19, non devono essere utilizzate le precauzioni aggiuntive (DPI) indicate nel documento (Prevenzione da infezione da COVID-19, Indicazioni sulle misure di prevenzione per un utilizzo razionale dei DPI nelle attività dell’ASP di Cosenza, elaborato dai Medici competenti e dai Servizi di Prevenzione e Protezione Aziendali)…”. Ma perché il sindacato contesta la disposizione ? “Contestiamo e rigettiamo tale disposizione – scrive il segretario comprensoriale della Fp Cgil Vincenzo Casciaro - diffidando il Commissario disponente, nonché tutti i responsabili di cui in indirizzo, alla non attuazione della citata disposizione, in quando la certezza dell’esclusione del sospetto contagio da covid-19, non è data da un esame “a vista” del Paziente preso in carico dal 118, ma da ben altri esami che vengono effettuati presso le strutture sanitarie di competenza. Si evidenzia, pertanto, una forte contraddizione contenuta nella disposizione da noi contestata. Questa, infatti, riferisce che “… non devono essere utilizzate le DPI (da parte degli Operatori del 118) nelle attività che non prevedono esposizione a casi sospetti/accertati COVID-19…”. Questa casistica espone gli Operatori del 118 a un ampio margine di rischiosità, atteso che l’accertamento del contagio da COVID-19 avviene presso le strutture sanitarie preposte (a seguito di radiografia, risonanza, tac, tampone), e comunque solo a seguito dell’avvenuto trasporto in ospedale da parte dell’ambulanza del 118. È altresì ben nota a tutti la ritrosia con cui sono comunicati i sintomi tipici del contagio da COVID-19: paura, ansia, timore di essere additati come untori, inducono i Pazienti, il più delle volte, ad occultare la comunicazione di quei sintomi che possano far presagire un probabile contagio da COVID-19. Ne può derivare che tutti gli Operatori del 118, se non adeguatamente protetti, verrebbero esposti al contagio. Inoltre, le condizioni e lo stato medio di vetustà delle ambulanze rientranti nelle disponibilità della C.O. 118 dell’ASP di Cosenza, non consentono in alcun modo di ipotizzare una separazione netta tra la cabina di guida (e quindi l’Autista), e lo spazio retrostante, dove stazionano il Paziente trasportato, il Medico e l’Infermiere di turno. Molti mezzi, infatti, non sono dotati di adeguata paratia di separazione tra la cabina di guida e il vano posteriore. In ogni caso, l’Autista coadiuva l’Infermiere nelle attività di barellamento/sbarellamento del Paziente, venendovi quindi in contatto. Non è pensabile che si debba “ottimizzare il consumo delle DPI”, facendo economia di tale materiale proprio su una tipologia di Lavoratori, quelli appunto del 118, che risultano essere fra i Lavoratori più esposti al contagio da COVID-19. Nessun Lavoratore della C.O. del 118 può essere condannato alla esposizione al contagio, in misura di gran lunga superiore al rischio già insito nella quotidiana attività lavorativa. Per i motivi sopra esposti, la scrivente O.S. FP CGIL diffida il Commissario Straordinario alla urgente revoca della disposizione adottata. Della stessa diffida, viene data notizia anche alle Sezioni Lavoro delle competenti Procure di Castrovillari e Paola, paventando un potenziale danno a carico dei Lavoratori, e con piena disponibilità ad essere ascoltati, qualora gli Uffici delle richiamate Procure lo ritengano necessario”.
|