È morto nella notte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro un paziente contagiato da Coronavirus. Secondo quanto riferito da fonti ospedaliere, la vittima era un dializzato, risultato positivo nelle scorse settimane insieme ad altri pazienti e operatori sanitari del reparto di dialisi dell’ospedale catanzarese. È il 39esimo decesso in Calabria dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Frattanto dobbiamo dare conto di un piccolo aumento del numero dei contagi da Coronavirus nell’area centrale della Calabria che comprende Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Il laboratorio di analisi dell’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro questa notte ha registrato 2 nuovi casi positivi: 1 di Catanzaro e 1 di Crotone. Secondo quanto riferito da fonti ospedaliere, il contagiato di Catanzaro sarebbe un infermiere del reparto di Malattie infettive dello stesso ospedale. I tamponi effettuati nella notte sono stati 160. Ieri i nuovi casi positivi erano stati 5 su 149 tamponi. Dalla Regione si apprende che sono prorogate fino al 12 aprile le ordinanze con cui il presidente, Jole Santelli, ha “chiuso” oltre 10 Comuni in Calabria per l’emergenza Coronavirus. Lo dispone una nuova ordinanza, la numero 23: la proroga riguarda Montebello Jonico, Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Cutro (Crotone), San Lucido, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Bocchigliero (Cosenza), Serra San Bruno (Vibo Valentia), Chiaravalle Centrale, Soverato, Torre di Ruggiero, Vallefiorita e Cenadi (Catanzaro). Per un altro Comune, Fabrizia (Vibo Valentia), fin dall’inizio la “chiusura”era stata disposta fino al 12 aprile. Le ordinanze di “chiusura” di questi Comuni prevedono, tra le varie misure, «il divieto di allontanamento dai territori comunali da parte di tutti gli individui presenti, riducendo drasticamente ogni possibilità di socializzazione, limitando al massimo ogni spostamento; il divieto di accesso nel territorio comunale; la sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Possono entrare ed uscire dai singoli territori comunali – specificano le ordinanze – gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nei controlli e nelle attività riguardanti l’emergenza, nonché degli esercenti le attività consentite sul territorio e quelle strumentali alle stesse, con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale e fermo restando la limitazione della presenza fisica del personale per quanto strettamente indispensabile». La proroga fino al 12 aprile delle ordinanze di “chiusura” dei Comuni già “isolati” è motivata dal fatto che «l’analisi dell’evoluzione epidemiologica regionale della malattia Covid-19 – è scritto nell’ordinanza numero 23 di Santelli – desta ancora preoccupazione in rapporto al contesto di riferimento, all’incidenza dei casi rilevata e alla potenziale diffusione del contagio fra i contatti. Nelle comunità, ad oggi, non sono venute meno le situazioni di particolare gravità, che ne hanno determinato l’adozione e, in molti contesti, è ancora presente la crescita delle positività nella popolazione. Inoltre – si legge nell’ultimo provvedimento del presidente della Regione – si possono determinare situazioni di pregiudizio per la collettività con il rischio di un ulteriore e progressivo incremento dei cittadini coinvolti e di ulteriori contagi, che alla fine rischiano di determinare un grave ampliamento dei focolai di infezione, non diversamente contenibile». L’ordinanza di proroga – si specifica – «potrà essere aggiornata, ove si rendesse necessario, a seguito della valutazione circa la situazione epidemiologica locale e regionale».
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