“Quello che sta accadendo nelle strutture sanitarie, pubbliche, private, di base, in merito ai dispositivi di protezione individuale (mascherine, calzari, guanti) non è più sostenibile. La Calabria ha avuto il tempo per disporre anche linee produttive per la produzione delle mascherine come sta avvenendo in altre regioni d’Italia, ma si continua a temporeggiare“. Lo afferma Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria. “Molti operatori (medici, infermieri, OO.SS, tecnici, amministrativi), operano – prosegue Sposato - in stato di emergenza a mani nude e non possono esseri lasciati soli. Alcuni hanno risolto individuando soluzioni personali a costi esosi, nel mercato. C’è paura. Il Commissario Cotticelli, non può credere che la sicurezza delle lavoratrici e lavoratori non lo riguarda, è completamente silente, assolutamente inadeguato a gestire la situazione e riteniamo non abbia la percezione del pericolo cui vengono sottoposti le lavoratrici ed i lavoratori della sanità. La Regione Calabria che ha funzioni di protezione civile – continua il segretario generale della Cgil Calabria - sia parte attiva nell’individuare soluzioni. Abbiamo proposto, tra le altre cose, al Presidente Santelli ed al Commissario Cotticelli, la scorsa settimana, attraverso le associazioni di categoria e le camere di commercio, di individuare linee produttive per la fabbricazione di mascherine e calzari. Se non ci saranno risposte immediate, ci rivolgeremo ai Prefetti ed alle Procure competenti“. |