“Dopo la pandemia cosa si dovrà affrontare? Con quali strumenti? Sono queste le principali domande che si pone l’Italia intera e ancor di più il Mezzogiorno. Stiamo ancora combattendo l’emergenza sanitaria, da gestire con la massima attenzione, ma nel frattempo bisognerà che qualcuno pensi al futuro della nostra economia: per non farci trovare impreparati di fronte a quella che potrebbe essere una crisi economica senza precedenti. E soprattutto per il mezzogiorno l’analisi deve essere fatta in considerazione dell’economia che lo sostiene: migliaia di partite iva tra artigiani, liberi professionisti fermi, piccole medie imprese e cantieri chiusi. Le rilevazioni della forza lavoro dell’Istat fotografano come sempre in modo impietoso e asettico i numeri, i trend, gli andamenti. Ma dietro questo schermo ci sono persone vive, in carne e ossa, uomini e donne che dalla sera alla mattina sono andati in ferie o in cassa integrazione, salve rare eccezioni che hanno usufruito del lavoro flessibile, ipotesi che pochissime aziende e realtà sono state in grado di strutturare. Sarà necessaria un’analisi specifica per settore di attività e misure ad hoc per ciascuno: dall’edilizia che sta avendo una decrescita davvero gigantesca dove al Sud è sempre stata la prima leva dello sviluppo economico, ai lavoratori oggi a casa, al settore della ristorazione, ai precari, spesso a nero che in moltissimi casi resteranno senza una fonte di reddito. Per non parlare degli addetti al commercio al dettaglio, oggi fermi e domani? Chissà. E che dire dei lavoratori nei centri estetici e dai parrucchieri? Dei liberi professionisti con gli studi aperti ma senza clienti, di un offerta turistica alle porte incerta, del settore della pesca e dell’agricoltura che per noi meridionali è il motore della nostra quotidianità, senza dimenticare di quanto sarà pesante l’impatto per tutto il Terzo settore. Solo con provvedimenti importanti e mirati, alla fine di questo brutto periodo si potrà contare ancora su questa rete di legami sociali, di prossimità e solidarietà, nessuna esitazione quindi ad utilizzare in maniera straordinaria anche le Risorse ancora disponibili dei Fondi strutturali. L’eccezionalità del momento che stiamo vivendo richiede di mettere in atto ogni forma di coraggio, anche quello amministrativo. Nonostante in questo momento di grande sacrificio e preoccupazione, ci stiamo dimostrando cittadini responsabili seguendo con attenzione tutte le limitazioni che ci vengono imposte. È necessario evidenziare le grandi difficoltà a districarsi in una babele di norme, decreti e correttivi che quotidianamente vengono annunciati e poi emanati, che spesso sono tra loro in contraddizione e che producono confusione invece di infondere tranquillità. Gli operatori sanitari sono in prima linea e senza la loro professionalità il sistema sarebbe già al collasso, le forze dell’ordine stanno garantendo il rispetto delle regole e gli aiuti necessari, la protezione civile sta coordinando in maniera eccezionale l’emergenza e le associazioni di volontariato, silenziosamente ma con la solita abnegazione, aiutano le persone più in difficoltà. I sindaci sono tra coloro che più rischiano, con responsabilità anche amministrative e quando usciremo dalla crisi una larga parte del merito sarà anche loro. Per questo, oltre al nostro ringraziamento, chiediamo che vengano forniti di strumenti e mezzi, primo fra tutti la possibilità di assumente Risorse necessarie, per consentire loro di proteggere tutti al meglio e svolgere il proprio lavoro con più serenità ed efficacia. È necessario dunque individuare delle misure che, nell’immediato, tamponino l’emergenza con procedure snelle che abbattano i tempi di accesso immediati da parte dello Stato, misure che però non possono essere addirittura inferiori al reddito di cittadinanza. Bisognerà avviare un piano d’intervento economico globale, a favore di tutte le categorie, uno strumento normativo ad hoc, che preveda da un lato l’acquisto di denaro a tassi estremamente calmierati e dall’altro l’attivazione di garanzie in favore delle imprese e dei lavoratori autonomi, fornite dallo Stato mediante la costituzione di fondi che potrebbero provenire dalla riconversione della dotazione comunitaria dei programmi operativi del seiennio 2014-2020. Il Governo tenga conto di queste persone, tenga conto delle parole di Mario Draghi che oggi mostrano la “linea maestra“ per poter uscire da questa situazione di stallo, di quanto il bisogno di liquidità sia importante e identitaria per la nostra nazione. Una volta superata l’emergenza sanitaria e tamponata quella economica sarà necessario mettere tante Risorse in campo, specifiche per aree territoriali e settori di attività, per far si che la ripresa sia globale, che il Mezzogiorno non venga lasciato indietro. Dalla storia bisogna imparare. Certe storie siamo stanchi di subirle e faremo di tutto affinchè non si ripetano“. Lo afferma una nota di Italia Viva Calabria. |