Com’era ampiamente prevedibile, arriva la sconvocazione – la seconda – della seduta d’esordio e di insediamento del Consiglio regionale dell’11esima legislatura, la prima seduta dell’era centrodestra a guida Santelli. Ha vinto, alla fine, la linea dei 18 consiglieri di maggioranza, che ha chiesto e ottenuto dal presidente dell’assemblea uscente, Nicola Irto, il rinvio della seduta, motivandola con «l’aggravamento della situazione sanitaria pubblica». I “maligni”. La lettera con la richiesta di rinvio è stata firmata da Giovanni Arruzzolo (Forza Italia), Pierluigi Caputo (Santelli Presidente), Giacomo Pietro Crinò (Casa delle libertà), Antonio De Caprio (Forza Italia), Gianluca Gallo (Forza Italia), Domenico Giannetta (Forza Italia), Filippo Mancuso (Lega), Clotilde Minasi (Lega), Pietro Santo Molinaro (Lega), Luca Morrone (Fdi), Giuseppe Neri (Fdi), Nicola Paris (Udc), Filippo Maria Pietropaolo (Fdi), Vito Pitaro (Santelli Presidente), Pietro Raso (Lega), Raffaele Sainato (Fdi), Domenico Tallini (Forza Italia), Sinibaldo Esposito (Casa delle Libertà). Ecco, comunque, cosa scrivono i 18 firmatari a Irto. «L’emergenza legata alla diffusione dei contagi da Coronavirus, che già nei giorni scorsi aveva opportunamente portato – su accordo unanime di tutte le forze politiche – alla sconvocazione e riconvocazione della seduta in programma per il 9 marzo, suggerisce oggi l’adozione di analogo provvedimento – o, in alternativa, la definizione di modalità ed accorgimenti consoni a tutelare la salute pubblica – per la seduta del 18 marzo. Tale richiesta – aggiungono – si fonda, anzitutto, sull’aggravamento della situazione sanitaria pubblica, segnata dal moltiplicarsi dei casi di contagio, dall’accertamento dei primi decessi e dal bisogno di dar corso alle molteplici iniziative di contrasto programmate in via d’urgenza: proprio i giorni a venire saranno del resto quelli in cui in Calabria – come in altre regioni del Meridione – si raggiungerà il picco dei contagi. Tuttavia, si osserva come detta scelta, suggerita dall’opportuno ossequio al principio di prevenzione e precauzione, che peraltro consentirebbe alla macchina amministrativa regionale di liberare risorse per svolgere il proprio lavoro nel modo migliore possibile sul fronte del contrasto all’emergenza, appaia necessaria anche per garantire il rispetto della normativa vigente». Posto che – aggiungono i 18 – anche l’ultimo decreto governativo, il “Cura Italia” all’articolo 70, sebbene in riferimento ad enti diversi dalle Regioni ma con principi di facile estensione analogica, espressamente statuisce – in considerazione dell’emergenza sanitaria – che le sedute dei consigli comunali, provinciali e della città metropolitane possano svolgersi in videoconferenza, anche in riferimento a votazioni da svolgersi» e che anche «la Camera dei Deputati abbia sostanzialmente deciso di sospendere di fatto, fino al 25 marzo le attività in plenaria, restringendo al solo mercoledì di ogni settimana le riunioni dell’Assemblea» e che «ad adiuvandum anche altre Regioni hanno optato per lo svolgimento di lavori assembleari a distanza», appare «opportuno sollecitare un aggiornamento della seduta del 18 marzo ad altra data, nell’arco di una settimana al massimo, onde consentire che la stessa possa svolgersi in videoconferenza, attivando modalità tecniche tali da consentire la regolarità e la segretezza del voto, ferma restando – concludono i 18 della maggioranza di centrodestra – la piena disponibilità a svolgere il lavoro d’Aula in tutta serenità more solito, qualora le condizioni sanitarie pubbliche e la normativa correlata dovessero conoscere evoluzioni in senso migliorativo e meno restrittivo». |