Care concittadine e cari concittadini, come avrete sicuramente notato, l’esigenza di trasparenza assoluta sulla storia politico-amministrativa della nostra città, di cui ci stiamo facendo interpreti, fa molto male ad alcuni e scatena istinti e reazioni scomposte. Soprattutto in quanti sguazzavano nel cerchio magico! L’obiettivo resta evidente quanto vano: spostare altrove l’attenzione, senza mai fornire risposte nel merito. Avete, infatti, trovato una qualche risposta, in questi ultimi giorni, alle diverse questioni precise e puntuali che abbiamo sollevato pubblicamente? Avete letto, forse, qualche smentita rispetto a dati e numeri, oggettivi ed inconfutabili, del disastro economico e finanziario prodotto dalle passate amministrazioni, tutte eterodirette da Leonardo Trento & Friends? La cosa più divertente ed eloquente al tempo stesso è che gli stessi oppositori di ieri e che proprio sui numeri del disastro economico dell’ente accusavano di plateale incapacità Trento e gli amministratori dell’epoca, guidano oggi tutti insieme la stessa macchina di odio, fango e menzogne contro l’attuale amministrazione comunale. Pensano di far dimenticare ai cariatesi le loro gravissime e documentate responsabilità. Che sono sicuramente politiche. Ecco perché continueremo a fare chiarezza e trasparenza. Ed ecco perché, non avendo avuto alcuna risposta, ripartiamo e riproponiamo le stesse due domande dei giorni scorsi: 1) come sono stati accumulati, perché e da chi quei 32 milioni di euro di debiti che, in aggiunta ai precedenti 14 milioni di ulteriori debiti già contratti con le aziende e pagati dal comune attraverso mutui accesi per i prossimi ventenni, sono stati e restano la causa diretta del dissesto finanziario nel quale abbiamo trovato il Comune e quindi dell’impossibilità di gestire oggi perfino l’ordinaria amministrazione? – 2) Come è andata a finire la vicenda della Sogefil, la famosa società che avrebbe dovuto gestire per conto del Comune la riscossione dei tributi pagati dai contribuenti e dalle famiglie cariatesi? Che fine ha fatto la banca dati dei contribuenti? Come mai questa società operava soltanto a mezzo cartaceo, andato misteriosamente smarrito? Chi avrebbe dovuto controllare e non l’ha fatto? Quale ruolo hanno avuto gli amministratori comunali dell’epoca, eterodiretti da Trento? Ma soprattutto dove sono andati a finire i soldi dei cittadini? E che fine hanno fatto le denunce fatte all’epoca in Consiglio Comunale ed in Procura della Repubblica dagli stessi che, oggi, silenti sulla vicenda, pare facciano squadra politica di opposizione con i denunciati di ieri? Augurandoci che a queste due domande iniziali possano presto dare risposta enti ed autorità competenti, inclusa la commissione per il dissesto, aggiungiamo una terza domanda: come hanno fatto le ultime giunte politicamente guidate da Trento e dal suo entourage a generare 45 milioni di debiti? Esatto, 45 milioni di euro di debiti! E sapete da dove derivano? Dalla somma aritmetica dei 13 milioni di euro di mutuo contratti con la Cassa Depositi e Prestiti per i quali le passate amministrazioni hanno indebitato il Comune per pagare tutte le imprese che avevano fornito servizi senza esser mai state pagate, più i 32 milioni di euro di ulteriori debiti lasciati in pesantissima eredità e per i quali, nel 2016, la nostra amministrazione comunale è stata costretta a chiedere il dissesto. Quindi, ricapitolando: 13 milioni di euro di mutui contratti con i due decreti cosiddetti salva-imprese più i 32 milioni di squilibrio finanziario certificato dalla nostra amministrazione appena insediatasi fanno 45 milioni di euro di debiti. E da chi sono stati prodotti? Da una classe politico-amministrativa che ha nomi e cognomi precisi e che ha avuto un solo ispiratore, suggeritore e condottiero politico incontrastato: Leonardo Trento e i suoi amici. Una fotografia storica senza possibilità di smentita, scattata del resto non da noi ma qualche anno fa dagli stessi aspiranti tribuni ma senza popolo di oggi, in un brillante manifesto dell’epoca che riproponiamo, sempre per onestà intellettuale ed amore di trasparenza. Ma ci sono altre domande. Ed ancora una volta le rivolgiamo, più che ai diretti responsabili dell’epoca agli enti ed alle autorità competenti (inclusa la commissione dissesto). Con quei 13 milioni di euro destinate alle imprese, sono stati saldati tutti i debiti certificati? Sono stati rispettati i criteri di pagamento prescritti o vi è stato un ordine politico di pagamento in base ad altre logiche? Da dove derivano quei 32 milioni di euro di debiti per i quali è stato obbligatorio dichiarare il dissesto del Comune? Quale peso hanno avuto nella costruzione progressiva di quel debito i mancati introiti ed il mancato controllo politico sulla vicenda Soget? Ma, soprattutto, quali sono le opere ed i servizi che sono stati realizzati ed offerti ai cittadini a fronte di questo tesoro pubblico finito chissà come e dove?
Filomena Greco- Sindaco di Cariati |