“Il lavoro è la sfida che vogliamo vincere e attraverso cui assicurare alle nuove generazioni un futuro migliore. Un lavoro dignitoso e regolare quello che siamo certi si possa creare mediante un grande piano del lavoro che faccia della manutenzione del territorio, della mitigazione del rischio idrogeologico, della valorizzazione delle aree interne, della cultura e del paesaggio i pilastri fondanti della strategia di rilancio. Bisogna che si considerino le nostre aree interne come una risorsa da valorizzare e non come un problema da affrontare. Rivendichiamo un piano che utilizzi le risorse già destinate alla Calabria, quantificate in centinaia di milioni di euro, non programmate e non utilizzate per il tramite dei fondi comunitari. Ci assumiamo la responsabilità di indicare noi un percorso e uno strumento che per questo territorio possa ragionare di connessioni, confronti, soluzioni. Serve un Accordo di Programma Quadro per tutte le nostre aree interne, un APQ che potremmo chiamare in memoria delle vittime della tragedia avvenuta nello scorso mese di agosto. Un accordo tra Istituzioni locali, associazioni sociali e territoriali, Parco Nazionale del Pollino, Regione e Governo dentro cui far confluire le risorse che rischiano di non spendersi per costruire quello strumento di governance dove ognuno, abbandonando le logiche campanilistiche, dovrà fare gli interessi della collettività. Un APQ che dovrà poggiare su tre misure cardini: Lavoro, Sanità e Istruzione e che sposti la visione dalla singola comunità alla centralità di un’area vasta”. E’quanto ha sostenuto, tra l’altro, questo pomeriggio, il segretario generale della Cgil comprensoriale Pollino – Sibaritide – Tirreno, Giuseppe Guido, nella relazione di apertura del VII congresso comprensoriale in corso di svolgimento (si concluderà domani con l’intervento di Gianna Fracassi, della segreteria nazionale della Cgil) presso l’antico granaio di Roseto Capo Spulico. Un’assise congressuale che vede la partecipazione di 150 delegati eletti nelle 237 assemblee congressuali di base tenutesi nell’intero comprensorio e che hanno visto la partecipazione di 11.281iscritte e iscritti. Giuseppe Guido, con la sua puntuale e circostanziata relazione, ha presentato ai delegati e agli ospiti una piattaforma sindacale su sanità, sviluppo, scuola, sociale, servizi, solidarietà, sicurezza e sindacato. Il segretario uscente della Cgil comprensoriale, nella sua puntuale relazione, ha sostenuto la necessità del rafforzamento del confronto con le altre sigle sindacali e con le istituzioni territoriali. Guido non ha risparmiato critiche all’attuale Governo che “invece di pensare come risolvere i tanti problemi che ci sono, va avanti – ha sostenuto - con spot, annunci e tweet come se fossimo in una perenne campagna elettorale. Al reddito di cittadinanza per vivere di sostegno a tempo indeterminato, pur consapevoli che ci sia nel mezzogiorno un problema reddito, contrapponiamo – ha affermato il segretario della Cgil comprensoriale - la richiesta di risorse per ridurre il divario tra Nord e Sud”. La Cgil, per Giuseppe Guido, “nel mare aperto e agitato della politica, deve seguire la sua rotta. Deve dialogare con tutti, guardando anche ai movimenti, ma forti della autonomia – ha puntualizzato - che deriva dai nostri storici valori, da quelli della Resistenza e dagli insegnamenti contenuti nella nostra Costituzione”. Giuseppe Guido, dopo aver analizzato a grandi linee, nella prima parte della relazione, il quadro nazionale, si è soffermato sulle tante e gravose problematiche locali. Analizzando le questioni relative alle infrastrutture viarie (statale 106, statale 18, la 534), ha ribadito la necessità di far partire immediatamente i lavori di ammodernamento del Terzo Megalotto della SS.106 tra Roseto e Sibari. “Aver paura di avviare i cantieri per le possibili infiltrazioni criminali è da codardi e chi lo sostiene ci sta dando del . Da Roseto, noi, la Cgil, lanciamo la sfida della legalità dicendo che un investimento di 1 miliardo e 300 milioni di Euro, non sarà patrimonio della n’drangheta. Abbiamo già sottoscritto il protocollo di legalità facendo la nostra parte, ma ora è necessario immediatamente ragionare sulla formazione delle maestranze, di assistenza sanitaria e prevenzione degli infortuni e della presenza quotidiana dello Stato sui cantieri”. Soffermandosi su chi vorrebbe “bloccare” i lavori di riammodenamento, Giuseppe Guido ha sostenuto che: “La Cgil non ha debiti di riconoscenza con alcun feudatario” e che “giudica medievale nella sua logica di sudditanza la maniFestazione organizzata il 30 luglio scorso da una organizzazione datoriale del comparto agricolo per rivendicare la rivisitazione del tracciato a difesa del feudo e dei padroni. Non saranno 30 trattori e quattro rappresentanti istituzionali, che pur rispettiamo, a far perdere a questo territorio una occasione unica di sviluppo e di lavoro. Siamo pronti alla lotta, perché da quest’opera passa il rilancio della Calabria, perché con la nuova, sicura e ammodernata 106 si connetterà un intero territorio che finalmente potrà ragionare di turismo, agricoltura di qualità”. Analizzando dettagliatamente la “drammatica” situazione in cui versa la sanità nell’intero comprensorio, Giuseppe Guido ha sostenuto che “il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro è l’incarnazione del completo disastro sanitario che viviamo, pur non essendone l’unico responsabile. Per l’Asp di Cosenza la Cgil Comprensoriale chiede che si vada immediatamente alla individuazione di un nuovo direttore generale che faccia gli interessi della collettività e non del singolo o della politica. L’Asp di Cosenza si caratterizza per l’inesistenza della medicina di territorio e per il depauperamento completo della sanità ospedaliera. In questo territorio per responsabilità di tutti, nessuno escluso, per diretta responsabilità di Oliverio, del commissario Scura e dell’Asp il diritto alla salute ci è negato. Rivendichiamo – ha sostenuto - che i lavori del nuovo ospedale della Sibaritide, oltre quelli dello stralcio in corso, siano complessivamente avviati. Ci dica la Regione quando e chi costruirà l’ospedale senza ulteriori rinvii. Non si può tollerare che il costituzionale diritto alla salute sia legato, nella area jonica di questo territorio, - ha concluso - al destino di un’azienda e della sua vendita”. Altre questioni poste all’attenzione dell’uditorio sono state quelle dei lavoratori precari (Lsu e Lpu), la questione “industriale” e, soprattutto, la questione legata alla legalità. |