Il candidato a sindaco di Cariati si apre all’insinuazione, parla di coinvolgimento della magistratura e di fonti di inquinamento senza uno straccio di prova. Intanto il Comune di Scala Coeli, soccombente, lasciato solo a far fronte alle spese legali
«Dicesse il candidato Trento quali sono i lati oscuri verso cui la magistratura dovrebbe fare chiarezza, altrimenti siamo di fronte al solito demagogico populismo parolaio senza fondamento alcuno». I vertici della società Bieco, proprietaria della discarica privata Pipino di Scala Coeli, quale atto di trasparenza chiedono spiegazioni al candidato a sindaco del Comune di Cariati Leonardo Trento, a cui organi di stampa attribuiscono affermazioni tanto allusive quanto gravi e, soprattutto, prive di riscontro.
«La società Bieco ha più volte sottolineato che non ammette insinuazioni allusive circa la tenuta della onorabilità e della dignità delle persone che la compongono, né tollera lesioni all’immagine dell’azienda. «Se il candidato Trento è in possesso di materiale penalmente perseguibile, è tenuto a ricorrere presso le autorità competenti, altrimenti ci si apre al sospetto e alla maldicenza, metodi vicini a culture inurbane e sprovviste di senso civico. L’attività documentale a cui fa riferimento il candidato Trento, inoltre, ha trovato il suo culmine in sentenze di Cassazione i cui effetti si sono rivelati onerosi per le casse del solo Comune di Scala Coeli in termini di soddisfacimento di onorari da elargire ai legali che hanno intentato cause contro l’iter di ampliamento della discarica. Quando si portano avanti alcune battaglie sociali è necessario documentarsi e conoscere la materia di cui si parla, al fine di non cedere al pressapochismo tipico di chi non ha cognizione di argomenti più o meno importanti, magari perché lontano da tempo dalla propria terra, prestandosi quindi ad insinuazioni sulla base dei soliti “sentito dire”. Si attua la becera e desueta politica del “lancia e resta”, del “dico e non dico”, senza assumersi la responsabilità davanti agli elettori o alla giustizia, minando di fatto lo stato di diritto. Così come è accaduto in passato quando il Comune di Scala Coeli, soccombente, venne lasciato da solo a sanare i conti delle spese legali. Atti di mera viltà e di sciacallaggio che devono essere respinti dalla parte sana della società civile».
La società Bieco riafferma che la discarica è regolarmente autorizzata, rigorosamente controllata e sottoposta a verifica da organismi dello Stato, così da garantire la tutela delle aree a vocazione agricola, delle acque e del mare, della biodiversità, della flora e della fauna.
In discarica non sono mai stati abbancati rifiuti solidi urbani, in particolare tal quale, in ossequio al quadro normativo vigente.
La struttura ospita rifiuti non pericolosi, tra i quali fanghi prodotti dagli impianti di depurazione di diversi comuni e scarti irrecuperabili della raccolta differenziata. Nessuna forma di inquinamento, dunque, è attribuibile alla discarica Pipino e chi afferma il contrario è soggetto la cui credibilità e attendibilità è messa fortemente in discussione di fronte ad organi di Stato che costantemente monitorano e controllano la regolarità dell’impianto.
Bieco Srl - società proprietaria della discarica Pipino di Scala Coeli |