Militari della Guardia costiera di Corigliano Calabro, dell’Ufficio Locale Marittimo di Trebisacce e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di un frantoio oleario, cisterne, tubazioni ed un chilometro del canale Marletta nel territorio di Albidona, a completamento di laboriose indagini iniziate giorni prima.
Era stato infatti segnalato che un frantoio effettuava lavorazioni facendo poi confluire nel vallone acque di colore nero con odore di sansa; gli uomini della Guardia costiera hanno quindi proceduto, per giorni, ad una ricognizione dei luoghi ed osservazioni dall’esterno dell’attività industriale poi sequestrata.
Risalendo il percorso delle acque nere e maleodoranti lungo il canale si è infatti individuata l’unica azienda dedita alla lavorazione delle olive ubicata a monte del vallone che era stato profondamente deturpato paesaggisticamente. In corrispondenza dell’azienda, da tubazioni collegate all’interno della stessa, fuoriusciva liquido nero e, con l’ausilio di coloranti e prove effettuate a partire dalle vasche di raccolta delle acque per il lavaggio delle olive, è stato possibile accertare che lo strano liquido maleodorante proveniva proprio dall’opificio controllato.
Alla presenza dei responsabili della lavorazione, dopo aver effettuato i dovuti accertamenti tecnici, nel corso dei quali è stato effettuato il percorso a ritroso dal canale fino alle macchine per la lavorazione ed il lavaggio delle olive, è quindi scattato il sequestro penale preventivo dell’intero complesso produttivo in contrada Marletta del comune di Albidona, comprese le macchine industriali utilizzate, condotte e tubazioni attraverso le quali, con la lavorazione ed il lavaggio delle olive, si immetteva nel corpo idrico superficiale il liquido nero inquinante; sono stati sequestrati anche oltre 1000 metri lineari di canale colmo di liquido nero maleodorante di sansa.
I presunti responsabili delle violazioni penali ed amministrative per scarico di reflui industriali non autorizzato, divieto di scarico e abbandono di rifiuti solidi e liquidi sul suolo e nel suolo, danneggiamento, getto pericoloso di cose, distruzione e deturpamento di bellezze naturali, inquinamento ambientale sono stati segnalati alla procura della Repubblica di Castrovillari.
L’attività di polizia giudiziaria posta in essere dagli uomini della Capitaneria di porto di Corigliano Calabro per la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero si inquadra nelle funzioni attribuite al Corpo di sorveglianza ed accertamento degli illeciti previsti e puniti dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n°152 (codice dell’ambiente) in materia di scarichi e gestione del ciclo dei rifiuti. |