Offrire uno strumento nuovo e utile a sostenere ed accompagnare le difficoltà temporanee delle famiglie, le cui condizioni di indigenza non possono e non devono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore. Favorire l’affido in famiglia rispetto ai centri di accoglienza. Garantire al minore le condizioni migliori per il suo sviluppo psico-fisico, qualora la famiglia di origine si trovi nell’impossibilità temporanea di assicurarle, per situazioni di ordine psicologico, morale, economico e sociale. Contestualmente, offrire la possibilità al nucleo familiare di superare le proprie difficoltà.
Sono, questi, gli obiettivi principali sottesi al Regolamento per l’affidamento familiare dei i minori approvato ieri (lunedì 20 novembre) dal Consiglio Comunale. – A darne notizia è l’assessore alle politiche sociali Angela Stella, esprimendo soddisfazione per quello che – dichiara – rappresenta il raggiungimento di un risultato utile a sostenere i nuclei familiari a rischio. Si tratta di un passaggio molto importante – continua Stella – attraverso il quale la Città di Rossano contribuisce a scrivere una delle più belle pagine di solidarietà, crescita civile e sociale. L’auspicio – aggiunge – è che il progetto possa rappresentare un primo passo verso sinergie e collaborazioni future con tutti gli attori sociali del territorio.
Destinatati degli interventi sono i minori e le famiglie residenti, di cittadinanza sia italiana che straniera. Il Regolamento disciplina, quindi, i rapporti tra il minore, il soggetto principale dell’affido; la famiglia naturale e la famiglia affidataria che, preferibilmente, deve essere individuata all’interno del contesto parentale, può essere costituita da coppie sposate o conviventi, oppure da persone singole, meglio se già con figli minori a carico.
L’Amministrazione Comunale attuerà, tramite il Servizio Sociale Professionale, una prima fase di interventi necessari a sostenere la famiglia nello svolgimento del ruolo educativo-assistenziale nell’interesse del minore, attraverso un progetto di sostegno delle capacità genitoriali. Il progetto può comprendere l’assistenza domiciliare, il servizio educativo territoriale, colloqui di sostegno psico-sociale alla coppia genitoriale ed alla famiglia allargata, l’erogazione di contributi economici. – Gli affidatari vengono individuati tra coppie o persone singole che si sono dichiarati disponibili e/o inseriti in un apposito albo, di futura istituzione, con il coinvolgimento dell’Organismo Sociale Professionale.
L’AFFIDAMENTO FAMILIARE subentra nella seconda fase, nel caso in cui tutti gli interventi di aiuto e sostegno attivati non abbiano portato ad un miglioramento ed il minore continui ad essere temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo alla sua crescita, educazione ed istruzione. – Dall’affidamento consensuale all’affidamento giudiziario, da quello eterofamiliare (quando il minore viene affidato a soggetti che non hanno legami di consanguineità con la famiglia d’origine) all’affidamento endofamiliare (affidamento a parenti entro il quarto grado). Sono, queste, le modalità dell’affidamento familiare che possono distinguersi in affidamento familiare residenziale, semiresidenziale, familiare diurno part-time e a rischio giuridico. - (Avv. Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying/3459401195). |